Parabiago (Milano) – È rinchiusa in carcere a Milano, a San Vittore, Adilma Pereira Carneiro, detenuta dallo scorso 22 agosto con l’accusa di omicidio del compagno Fabio Ravasio. Secondo indiscrezioni la donna sarebbe scoppiata in lacrime dopo aver ricevuto la notifica del sequestro conservativo richiesto dai genitori di Ravasio. Questo atto, emesso dal giudice civile, è stato un duro colpo per la donna, che si trova ora a confrontarsi con la prospettiva della povertà. La famiglia di Fabio ha a lungo sospettato che Adilma fosse più interessata ai beni economici che all’affetto nei confronti del figlio, interrompendo da mesi ogni tipo di sostegno finanziario. Hanno inoltre richiesto la restituzione del milione di euro prestato per l’acquisto della casa di via delle Orchidee, avanzando un decreto ingiuntivo. Adesso la quarantanovenne brasiliana, che ha un passato turbolento, sembra vacillare nella cella del carcere dove è rinchiusa.
Avrebbe respinto con forza le accuse legate al candomblé e ai presunti riti esoterici, affermando di non essere una “feiticeira” e negando qualsiasi pratica di magia nera o sacrifici animali, spiegando che tali accuse sarebbero frutto di invenzioni. Ma è dall’accusa di omicidio che la donna deve difendersi e per questo motivo ha incaricato il suo avvocato Edoardo Lorenzo Rossi che dovrà vedersela di fronte al pubblico ministero Ciro Caramore, sempre più convinto delle accuse formulate contro la mantide brasiliana.
La Procura continua gli interrogatori agli ex della donna. Su tutti il barista Massimo Ferretti, amante di Adilma, coinvolto nella morte di Ravasio. Poi Marcello Trifone, marito e padre biologico dei gemelli che Fabio Ravasio credeva fossero suoi. Ma amanti e complici dell’omicidio potrebbe essere molti di più rispetto agli indagati. In alcune intercettazioni, Adilma suggerisce a Trifone di non confessare il suo coinvolgimento, dicendo: “Per il momento non dire niente, mantieni quello che hai detto. Non dici che sei stato tu”. Gli investigatori credono che Trifone fosse a bordo dell’auto che ha investito Fabio Ravasio, ma il mezzo sarebbe stato guidato da Igor Benedito, il figlio venticinquenne di Adilma. Marcello Trifone conclude la conversazione dicendo: “Faccio quello che mi hai detto di fare e di dire che non ho fatto niente e che non c’entro niente”.