
Fabio Ravasio e Adilma Pereira Carneiro
Parabiago, 19 marzo 2025 – Dopo mesi dietro le sbarre, Massimo Ferretti ha lasciato il carcere di Busto Arsizio ed è tornato a casa agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. "È stato felice di riabbracciare i suoi figli, ora vuole ricostruire la sua vita", ha dichiarato il suo avvocato, Debora Piazza.
Ferretti è uno degli imputati nel processo per l’omicidio di Fabio Ravasio, il parabiaghese travolto e ucciso mentre rincasava in bicicletta, il 9 agosto dell’anno scorso. Un delitto che, secondo l’accusa, sarebbe stato orchestrato dalla compagna Adilma Pereira Carneiro, con la complicità di altri sette imputati.
Nell’ultima udienza, Ferretti ha sconvolto l’aula con una confessione dettagliata: gli incontri nel suo bar in cui veniva pianificato l’agguato, le informazioni fornite sulla vittima e il sopralluogo nel punto scelto per l’omicidio.
Gli obiettivi

“Vuole lavorare, cercare il conforto della giustizia riparativa e lasciarsi tutto alle spalle”, ha aggiunto il legale. Separatosi dalla moglie, Ferretti ha ammesso di essere stato irretito in una spirale di rituali, sacrifici e manipolazioni psicologiche, soggiogato da un "attaccamento morboso" per Adilma.
Le prossime tappe
Intanto, la perizia psichiatrica su Marcello Trifone, marito della donna, ha fatto slittare l’inizio del dibattimento al 14 aprile. Ma l’attesa è tutta per il 7 aprile, quando Mirko Piazza, presunto palo, e Fabio Oliva, il meccanico che avrebbe sistemato l’auto-killer, rilasceranno dichiarazioni spontanee.
Anche loro, come Ferretti, sembrano intenzionati a prendere le distanze da quella che il barista ha definito una “mantide”, capace di trascinare uomini fragili in un disegno di morte.