Una riunione urgente della consulta per il Trasporto pubblico locale per fare il punto sulla situazione della linea ferroviaria Milano-Mortara con particolare riferimento alla possibilità che l’atteso raddoppio possa saltare. L’ha convocata Paolo Iozzi, il consigliere comunale di Fratelli d’Italia delegato dal sindaco, per il 15 gennaio. Attorno al tavolo siederanno i rappresentanti dei 15 Comuni interessati dalla tratta e i rappresentanti dei pendolari. Il dato di fatto, emerso a metà mese in Regione, è che i 120 milioni messi a disposizione dal Pnrr non sono sufficienti per far fronte a un intervento d’importanza vitale per la linea che ogni giorno sposta almeno 20mila viaggiatori e che ormai da 18 mesi consecutivi non raggiunge l’indice di affidabilità minimo fissato dalla Regione.
Il nodo è l’attraversamento di Abbiategrasso che, come Vigevano, è tagliata in due dai binari con tutti i problemi di natura urbanistica e architettonica che da questo derivano. Si parla di un tratto di cinque chilometri che farebbero lievitare i costi sino a 280 milioni, con un extracosto di 160 milioni, oltre la metà del quale da attribuire all’incremento del prezzo dei materiali.
"La riunione della consulta è necessaria per capire ciò che sta effettivamente accadendo – spiega Iozzi –. Alla riunione saranno invitati anche i consiglieri regionali del territorio e speriamo nella presenza dell’onorevole Fabio Raimondo che è esperto del settore trasporti". Una via percorribile potrebbe essere quella di rinunciare ai fondi del Pnrr, non prima di aver definito la loro nuova destinazione, e ricorrere a un finanziamento diretto da parte del ministero dei Trasporti.
"Il fatto di aver scoperto che il raddoppio non sarà una aggiunta all’esistente ma un rifacimento completo – osserva Franco Aggio (nella foto), presidente dell’associazione dei pendolari MiMoAl – ci dà la certezza che il progetto salti. Con buona pace del Comune di Abbiategrasso che ha sempre frenato e allungato i tempi. E se anche si trovassero i fondi dal ministero, non prima di una eventuale variazione di bilancio a metà 2024, se tutto partisse lo farebbe con almeno due anni di ritardo".
Umberto Zanichelli