ANDREA GIANNI
Cronaca

Morta a 26 anni dopo il parto: assolti i due medici di Magenta

La 26enne si era presentata all’ospedale di Magenta per un gonfiore al polpaccio. Dopo le dimissioni dal pronto soccorso il decesso in un’altra struttura. Per il giudice non ci fu alcuna “sottovalutazione”

Il giudice ha assolto i due medici

Il giudice ha assolto i due medici

Magenta (Milano) – Il personale sanitario dell’ospedale di Magenta non è responsabile per la morte provocata da una trombosi di una 26enne originaria dell’Ucraina, che aveva da poco partorito. Sono stati assolti infatti con la formula “perché il fatto non sussiste” i due dottori finiti sotto processo con l’accusa di omicidio colposo. La paziente si era presentata al pronto soccorso dell’ospedale di Magenta, nel giugno 2018, per un “gonfiore al polpaccio sinistro”, fu dimessa dal presidio sanitario e morì in un’altra struttura nei giorni successivi a causa di una trombosi. Un travagliato caso giudiziario, passato attraverso due richieste di archiviazione presentate dalla Procura di Milano (sulla base degli esiti dell’autopsia e della consulenza) e respinte per due volte dal gip che ha disposto l’imputazione coatta, approdato infine davanti al Tribunale. “Siamo soddisfatti per la sentenza – spiega l’avvocato Sandro Cannalire, difensore di uno dei medici – pur nel dolore per una tragica vicenda di cui, però, il personale sanitario non è responsabile, come abbiamo sempre sostenuto. Ogni aspetto è stato sviscerato attentamente attraverso le consulenze e le testimonianze, in un procedimento che si è protratto per tanti anni arrivando infine a una assoluzione con formula piena”.

I due medici (l’altro difensore è l’avvocato Ilaria Scaccabarozzi) sono ancora in servizio all’ospedale di Magenta. Resta il dolore di un bambino costretto a crescere senza la mamma, scomparsa pochi giorni dopo il parto. I due imputati hanno negato, in sostanza, una sottovalutazione delle condizioni della donna, e hanno sostenuto di aver operato seguendo le linee guida, disponendo tutti gli accertamenti necessari. La paziente si era presentata al pronto soccorso dell’ospedale di Magenta, nel giugno 2018, per un gonfiore al polpaccio, segni che si possono riscontrare nella trombosi ma anche “in altre patologie”.

Dai primi accertamenti era stato riscontrato il sospetto di una “trombosi venosa” con una “proposta di ricovero” ma i successivi esami avrebbero dato esito negativo. “A distanza di tre giorni dalla mia valutazione la signora ha eseguito un ecocolordoppler per escludere la trombosi venosa e il chirurgo vascolare ha confermato la mia valutazione”, ha spiegato in aula uno dei medici. “Durante il puerperio la trombosi venosa è un fattore di rischio – ha proseguito il medico – ma lei aveva sempre goduto di buona salute”. L’operato dei medici, nel giugno 2018, rispettò le linee guida, secondo l’allora responsabile del pronto soccorso dell’ospedale di Magenta ascoltato come testimone in aula. Per il consulente di uno dei due professionisti finiti sotto processo, infine, “non ci fu imperizia”. Una tesi accolta anche dal Tribunale, (giudice Maria Luisa Balzarotti), che in primo grado ha assolto i due medici.