Turbigo (Milano), 9 luglio 2016 - Morti sospette per amianto alla centrale termoelettrica, definite le date del processo d’appello per cinque ex dirigenti Enel che nel febbraio dell’anno scorso erano stati assolti in primo grado dall’accusa di omicidio colposo per la morte a causa del mesotelioma pleurico (un tumore che si contrarre respirando fibre di amianto) di otto ex dipendenti. I lavoratori, stando alle denunce dei familiari, avrebbero respirato le polveri tra gli anni Settanta e Ottanta e a distanza si anni si sarebbero ammalati.
Per la Procura Milanese, gli ex manager non avrebbero informato in modo adeguato gli allora dipendenti sui rischi che correvano a stare a contatto con le fibre di amianto e non avrebbero preso le misure di protezione adeguate. Il giudice Beatrice Secchi aveva riconosciuto la correlazione tra i decessi e la presenza di amianto in centrale: quelle morti, insomma, ci sono state perché le persone avevano respirato le sue fibre letali. Ma il giudice aveva assolto gli imputati perché gli ex dirigenti avevano posizioni di vertice in azienda quando gli ex operai erano da anni esposti all’amianto. Di conseguenza, non potendo stabilire con esattezza la data in cui le persone avevano respirato l’amianto, non ci sarebbe stata alcuna prova che ci fosse stata effettiva responsabilità da parte degli ex manager per la morte del singolo lavoratore.
Agli ex dipendenti, le parti civili al processo (fra le quali Comune, Associazione italiana esposti amianto e Medicina democratica) e le famiglie delle vittime, non resta altro da fare che attendere l'esito del processo d'Appello: le date sono fissate per il 7 ottobre e per il 28 e il 29 novembre di quest’anno.