Rescaldina (MIlano), 19 febbraio 2016 - Sembrava una pagina, brutta, chiusa con la confisca dell'ormai ex ristorante Re Nove sulla Saronnese. Ristorante oggi diventato l'osteria della legalità La Tela (leggi l'articolo). E invece Rescaldina e la famiglia Medici, ritenuta dagli inquirenti vicina ad ambienti 'ndranghetisti, tornano alla ribalta. Questa volta è l'inchiesta "Crociata" (leggi l'articolo) a sconvolgere il paese. Nell'ordinanza emessa da giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano si fa esplicito riferimento a Rescaldina.
Francesco Salvatore Medici, si legge nell'ordinanza, "formulava minacce all'indirizzo di agenti della polizia locale di Rescaldina, rei di avergli chiesto il rispetto del codice della strada, progettava un attentato incendiario in danno dell'ex abitazione del fratello oggetto di provvedimento di confisca e oggi sede del "Centro studi sociali contro le mafie"; infine in occasione delle elezion comunali del maggio 2014 prometteva al sindaco uscente 100 voti in cambio dell'assegnazione di un alloggio popolare". Accuse che, se confermate, sconvolgerebbero tutto il paese e tutto l'Altomilanese visto che si fa esplicito riferimento a una presunta progettazione di un attentato nei riguardi dello stabile che oggi ospita la Tela e a una compravendita di voti con il primo cittadino uscente, ovvero Paolo Magistrali. Ora si attendono ulteriori chiarimenti per comprendere quanto questi sospetti siano fondati. Dal canto suo, l'ex sindaco Paolo Magistrali è netto: "Ho ricevuto Medici in municipio, come succede con tutte le persone che hanno bisogno di una casa, perché aveva uno sfratto pendente. Non era in graduatoria e quindi ha fatto domanda, ma nessuno lo ha mai favorito nè gli ha mai dato un'abitazione in cambio di nulla. Prova ne è il fatto che sino a quando sono stato sindaco non ha mai avuto nessun alloggio popolare. Respingo tutte le accuse al mittente".