ROBERTA RAMPINI
Cronaca

Nerviano, Luca e la tragica festa: "Abbandonato dagli amici dopo il coma"

A due anni di distanza, Luca Castiglioni è ancora alla ricerca della verità e dei colpevoli

Luca Castiglioni, 22 anni, di Lainate: la sua vita è cambiata nel luglio 2019

Nerviano (Milano) - Cerca ancora la verità Luca Castiglioni, 22 anni di Lainate. Nella notte tra il 26 e 27 luglio 2019 finì in coma durante una festa di compleanno a casa di amici a Nerviano. Il suo ultimo ricordo è di un brindisi fatto dopo la mezzanotte, poi più nulla. In questi due anni nonostante indagini della Procura e appelli di Luca e della sua famiglia, quello che è successo resta ancora un giallo. Lo abbiamo incontrato ieri. Come sta? "Non provo nessun sentimento, né di rabbia, né di rassegnazione, quello che penso è che sono passati due anni da quella notte e non so ancora cosa sia successo. Nessuno ci ha aiutato a fare chiarezza su quella festa che ha cambiato per sempre la mia vita". In un primo momento gli amici riferirono di una caduta mentre ballava, successivamente di una caduta accidentale perchP aveva bevuto troppo, infine la versione è cambiata: lei avrebbe fatto il «gioco della ruota», cadendo per terra e sbattendo la testa sul pavimento di marmo. Cosa ne pensa di questa ricostruzi one della Procura di Milano? "Quel gioco non l’ho mai fatto, non lo conosco, non ho mai visto nemmeno i miei amici farlo, mi sembra davvero strano che qualcuno mi abbia sollevato e fatto girare, considerata la mia corporatura alta e robusta". Trasportato d’urgenza in ospedale, è stato ricoverato in terapia intensiva e ha dovuto fare una lunga riabilitazione. La Procura ha individuato un solo imputato, un 27enne di Parabiago, accusato di lesioni colpose: per lui il 13 dicembre si aprirà il processo davanti alla quinta sezione penale. È fiducioso? "No, purtroppo non ho molta fiducia. La mia famiglia è sempre stata perplessa su questa ricostruzione, anche i medici hanno detto che traumi e ferite che avevo riportato non erano compatibili con quanto scritto nel fascicolo. Io sono stato ascoltato dai carabinieri solo una volta, nel novembre 2019, quando ero ancora in ospedale. E gli appelli che ho fatto a chi era presente alla festa di raccontare quello che aveva visto non hanno avuto effetto. Nessuno in questi due anni è venuto a trovarmi, né tantomeno mi ha aiutato a ricordare". Accanto a lei c’è sempre stata mamma Chiara. Combattiva e coraggiosa. Ieri con un post ha voluto ricordare quella notte, «Ore 5.14, 27 luglio 2019. Lo squillo squarcia il silenzio. Il cuore si ferma. Il respiro manca. I pensieri si azzerano...». Come sono stati questi due anni, signora? "Faticosi, Luca ha subito un trauma che si porterà avanti tutta la vita e che speriamo non gli dia tanti problemi. È vivo per miracolo e, come ho scritto, ringrazio Dio per avermi donato la forza di respirare e lottare con lui. Inizialmente avevo anche molta fiducia nella giustizia, in realtà leggendo il fascicolo mi sembra che le indagini siano state fatte in modo superficiale e che forse non è stata compresa la gravita di quello che è successo a mio figlio. È vero che non ricorda nulla di quella notte, ma il fatto che non sia stato più ascoltato dagli inquirenti è davvero incomprensibile". Torniamo a lei, Luca. Dopo due anni com’è ora la tua vita? "A luglio 2019 mi ero appena diplomato in informatica, ma avevo deciso di fare le vacanze e poi cercare un lavoro. Tutto si è fermato lì. Qualche settimana fa sono riuscito a ottenere l’abilitazione al lavoro (con invalidità) ma considerato che sono due anni che non faccio ferie me le godo ora e poi a settembre mi metterò alla ricerca di un lavoro. Nel frattempo sono riuscito ad avere anche il duplicato della patente, non guido da quella notte".