CHRISTIAN SORMANI
Cronaca

Legnano, energia elettrica grazie all'Olona

Una centrale idroelettrica sorgerà nella zona di via Pontida per sfruttare il salto d'acqua esistente in quel tratto e azionare le turbine

Il salto d'acqua è già stato utilizzato in passato

Legnano (Milano), 13 marzo 2020. Ricavare energia elettrica dal fiume Olona. Il progetto, varato mesi fa, sta adesso entrando nel vivo con i primi lavori al cantiere che è stato creato in una delle zone più suggestive del fiume nel centro cittadino, quello del salto di via Pontida, dove la corrente è più forte e dove è presente la diga della ex Cantoni. In questi giorni, nonostante l’emergenza, si sta lavorando all’abbassamento del muro di contenimento della diga per far poi posto all’impianto minidroelettrico che verrà creato appunto nell’Olona.  L’obiettivo è quello di sperimentare nuove energie rinnovabili e non inquinanti, sfruttando le peculiarità del territorio come il salto di via Pontida, che mesi fa la conferenza dei servizi di Palazzo Malinverni aveva giudicato un’ottima base dove procedere al progetto tutto green. Dopo l’ok del Comune è arrivato il plauso di Aipo, del consorzio Fiume Olona e di Regione Lombardia.

La diga di via Pontida è il più alto sbarramento del fiume Olona per dare acqua all’Olonella, crea una cascata che mostra tutta la potenza dell’acqua, ma impedisce la risalita dei pesci. In questo punto sorgevano alcuni mulini trasformati in fabbriche tessili e, ai primi del Novecento, i “bagni pubblici“, che prendevano acqua dal fiume. Il suo ponte divideva la tessitura Bernocchi dal cotonificio Cantoni. Intorno al 1871 Eugenio Cantoni decise di acquistare ed adattare molti dei mulini esistenti sul corso dell’Olona per sfruttarli come forza motrice, migliorando i sistemi meccanici mediante innovativi ingranaggi e nuove pale in ferro. Sulla sponda sinistra del fiume furono realizzati ai primi del novecento i bagni pubblici con una grande piscina scoperta, oggi non più esistente, che prendeva l’acqua direttamente dal fiume, ed una serie di spazi interni per le docce individuali, che ospita oggi la sede della Croce Rossa. Il salto adesso sarà utilizzato per la costruzione di una mini centrale idroelettrica, con annessa una struttura che consentirà la risalita dei pesci del fiume, ad oggi impossibile. Una costruzione che ha superato anche il difficile esame della soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Milano. 

Il progetto prevede il posizionamento di una turbina a vite, per la produzione di energia elettrica. La turbina a vite è uno sviluppo ulteriore della pompa a vite. Mentre la pompa a vite pompa l’acqua verso l’alto, nella turbina vite l’acqua scorre verso il basso. La turbina ruota a causa del flusso dell’acqua e l’energia è trasferita all’unità di azionamento. L’energia generata viene trasformata da un generatore in energia elettrica. Una singola turbina a vite può produrre fino a 500 kW; diverse turbine a vite possono essere posizionate in parallelo o in serie.  In questo caso ne verrà posizionata solo una e l’energia elettrica prodotta verrà specificata in un pannello informativo. In zona a Castelletto di Cuggiono, una decina di anni fa si decise di ridare luce alla storica centrale idroelettrica delle Baragge. Uno storico impianto del 1899, che sfruttando il salto di circa sette metri dell’acqua proveniente dal colatore Arno, produce la corrente elettrica. Nel 1929 la Società Est Ticino assorbì l’Officina Elettrica Cuggionese per poi finire nelle mani dell’Enel che nel 1964 decise la chiusura della centrale. L’idea di rimettere in funzione la storica centrale avvenne negli anni ‘90.