ANNA GIORGI
Cronaca

Omicidio Carol Maltesi, processo d’appello: Davide Fontana condannato all’ergastolo (dopo i 30 in primo grado). “Premeditazione e crudeltà”

L’ex bancario 44enne ha ucciso e fatto a pezzi la ragazza, 29 anni, a Rescaldina. In aula aveva chiesto “scusa a tutti per la cosa terribile che ho fatto”

Milano, 21 febbraio 2024 - Ergastolo per Davide Fontana​​​​​​. È la decisione dei giudici della corte d'Assise d'appello di Milano nei confronti dell'ex bancario di 44 anni imputato per aver ucciso, l’11 gennaio 2022,  la fidanzata Carol Maltesi nella sua abitazione di Rescaldina (Milano) e per essersi poi liberato del corpo, fatto a pezzi, della 26enne. I giudici d'appello hanno riconosciuto l'omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà, oltre che per la distruzione e l'occultamento di cadavere. La pena passa così dai 30 anni all'ergastolo, le motivazioni saranno rese note tra 30 giorni.

Carol Maltesi e Davide Fontana, condannato in primo grado per averla uccisa e fatta a pezzi
Carol Maltesi e Davide Fontana, condannato in primo grado per averla uccisa e fatta a pezzi

“Siamo commosse perché è stata data giustizia a questa ragazza”, hanno commentato gli avvocati di parte civile Anna Maria Rago e Manuela Scalia, che assistono la madre e il padre della 26enne. I giudici della Corte d'Assise d'appello di Milano hanno anche stabilito un risarcimento di 168mila euro alla madre della vittima e una provvisionale di 180mila euro al figlio di 7 anni: “Siamo emozionate, ci ha toccato profondamente questa storia, siamo contente. In primo grado c'era stata vittimizzaziome secondaria di una ragazza normale come tante”.

Sono felice perché deve pagare, nessuno ha il diritto di togliere la vita a un'altra persona”, ha detto Anna, la zia di Carol. E ha aggiunto: “Ci speravamo, a maggior ragione dopo aver sentito quello che ha detto stamattina la difesa che ha buttato fango su mia nipote e sulla sua tomba, ma non ha detto invece nulla di lui”.

Fontana: “Chiedo scusa a tutti”

“Vorrei chiedere ancora scusa a tutti per la cosa terribile che ho fatto. Vorrei chiedere scusa a genitori di Carol. So che posso sembrare distaccato quando parlo, ma in realtà dentro di me provo dolore. Ripenso a quel giorno e a ciò che ho commesso e provo grande sofferenza. Sono fermamente deciso a voler riparare, per quanto possibile, alla mie azioni. Vorrei precisare solo che dei soldi non mi è mai interessato nulla. Non so se potrò mai essere perdonato per quello che ho fatto. Darei davvero la mia vita per tornare indietro. Passerò il resto dei miei giorni a cercare di aiutare gli altri e riparare”, aveva detto questa mattina, nell’aula del Tribunale di Milano, Davide Fontana, killer reo confesso di Carol Maltesi.

La richiesta dell’ergastolo

La procura generale, rappresentata dal sostituto procuratore generale Massimo Gaballo, aveva chiesto l'ergastolo con l’isolamento diurno. Alla richiesta si era associata anche la parte civile del bambino di Carol, chiedendo inoltre 100mila euro di risarcimento.

In primo grado Fontana era stato condannato a 30 anni, perché la Corte d'Assise di Busto Arsizio aveva escluso tre delle aggravanti che gli venivano contestate: premeditazione, crudeltà e motivi futili e abietti. L'accusa, ancora una volta, chiede che gli vengano riconosciute.

L’accusa: “Tenere fuori le polemiche mediatiche”

La difesa aveva invece insistito molto sul tenere fuori dal processo le polemiche mediatiche sorte dopo la pubblicazione della sentenza di primo grado, in particolare per il passaggio in cui la corte d'assise bustocca scrisse che Fontana non aveva agito per 'motivi abietti e futili' perché "il dibattimento ha dimostrato che Fontana uccise Maltesi perché si rese conto che ormai la donna, dopo averlo in qualche misura usato, si stava allontanando da lui, scaricandolo". A essere criticato anche il passaggio in cui la ragazza venne definita "disinibita". L'avvocato Stefano Paloschi aveva invitato i giudici a riflettere sul fatto che "questa non è la giustizia del Colosseo, dovreste essere imparziali rispetto alle pressioni mediatiche, qui si applica la legge”. 

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Giulia Ruggeri, legale che lo affianca nella difesa, aveva argomentato che “Carol ha sfruttato inconsciamente questa situazione di assoluta sudditanza” in cui Fontana sarebbe stato trovandosi 'scaricato' dopo che “per la prima volta viveva in un rapporto vivo e vitale”. Fontana non uccise per gelosia, secondo la difesa, ma era avvinto da un "sentimento di frustrazione di abbandono" dopo che la ragazza aveva manifestato la sua volontà di trasferirsi da Rescaldina, in provincia di Milano, a Verona per raggiungere il figlio piccolo.

La richiesta dell’abbreviato

“Non esistono mostri ma persone mostruose”, aveva detto l’avvocato Stefano Paloschi prima di chiudere la sua arringa chiedendo alla Corte d'Assise d'Appello di Milano di ammettere al rito abbreviato Davide Fontana. Fu un "errore", aveva detto Paloschi nelle battute finali dell'arringa, “perchè nelle motivazioni alla sentenza i giudici hanno riconosciuto l'aggravante sbagliata, cioè quella della relazione in corso, e non quella della relazione finita. Il loro rapporto era terminato da tempo”. Riconoscere l'aggravante della relazione finita avrebbe consentito alla difesa di chiedere l'abbreviato, cosa che non e' possibile se il delitto avviene a relazione in corso. 

Le parti civili

Battagliere le parti civili nel sostenere che l'ex bancario deve essere punito col carcere a vita. Secondo l'avvocato Manuela Scalia, che assiste i genitori di Carol, “Fontana premedita l'omicidio fin da quando lei decide di andare a Verona per trasferirsi vicino al suo piccolo”. E aveva sottolineato: “Tutti gli uomini che ammazzano le donne sono innamorati perché non accettano che vadano con altri uomini. Non e' vero che Fontana non era geloso, non lo era solo di persone che non avevano importanza. Era invece geloso del suo primo fidanzato, col quale aveva avuto un alterco pesante, e del ragazzo che voleva sposarla. E' incredibile che non venga riconosciuto un motivo così sproporzionato per uccidere come abietto e futile”. Scalia aveva espresso rammarico anche “per la somma irrisoria data alla madre di 60mila euro, una cifra veramente inspiegabile secondo le tabelle per i risarcimenti considerando che la madre ha 55 anni, una grave malattia per cui avrebbe avuto bisogno della figlia e per lei sapere dello strazio sul corpo della figlia e' stato aggiungere dolore ad altro dolore”.

L’omicidio 

Carol Maltesi era stata uccisa l’11 gennaio 2022 a Rescaldina, nel Legnanese, dove vittima e carnefice abitavano in una casa di corte ed erano vicini di casa. Fontana l’aveva presa a martellate durante un gioco erotico, per poi sgozzarla, farla a pezzi e mettere il cadavere in un congelatore a pozzetto acquistato online prima dell’omicidio. Il corpo della ragazza era rimasto lì circa due mesi, prima di essere caricato in auto e gettato in un dirupo a Borno, nel Bresciano.