NICOLA PALMA
Cronaca

Adilma, mantide stregona: macumbe e riti magici con gli animali prima dell’omicidio. Sospetti su due ex mariti morti

Più vanno avanti le indagini sull’omicidio di Fabio Ravasio a Parabiago, più emergono particolari inquietanti. E aumentano le persone fermate: arrestato il 40enne Fabio Oliva, altro amante della vedova nera brasiliana

Fabio Ravasio e Adilma Pereira Carneiro

La vittima, Fabio Ravasio, di 51 anni

Milano – Col passare dei giorni, aumenta nell’ordine: il numero degli amanti di Adilma Pereira Carneiro; il numero dei mariti deceduti; il numero dei misteri che si allungano sulla diabolica figura della “mantide di Parabiago”; e il numero delle persone fermate per l’omicidio di Fabio Ravasio. L’ultimo in ordine di tempo, il settimo della serie, è stato eseguito oggi dai carabinieri della Compagnia di Legnano su mandato del pm Ciro Caramore: in cella il meccanico quarantenne Fabio Oliva, che, secondo gli investigatori, avrebbe preso parte sia alle fasi preparatorie dell’assassinio sia alle fasi successive.

I militari sospettavano da giorni che l’uomo, che per sua stessa ammissione avrebbe avuto una relazione con la brasiliana, fosse coinvolto nell’organizzazione del delitto camuffato da incidente stradale. La svolta che ha consentito ai militari di stringere il cerchio è arrivata grazie alle dichiarazioni di Massimo Ferretti, accusato di aver fatto da “regista” delle comunicazioni tra i cinque operativi la sera del 9 agosto.

Prima di concentrarsi su Oliva, Ferretti – il 47enne titolare di un bar, che ha detto in lacrime di essere stato “manipolato” dalla donna di cui “mi ero innamorato” – ha svelato l’ennesimo lato oscuro della donna che avrebbe architettato il piano killer per far fuori il compagno e impossessarsi delle sue proprietà.

“Lei è una stregona, ho assistito personalmente all’esecuzione di “macumbe” da parte di Adilma – ha messo a verbale –. Prendeva pezzi di animali dal macellaio, faceva dei riti. Io ho visto più volte, in casa, pentole con pezzi di carne bolliti, teste di coniglio (o qualcosa di simile), da usare per la celebrazione di questi “riti”. So che aveva fatto “macumbe” nei confronti della suocera e anche nei confronti di Fabio Ravasio”.

E ancora: “In una circostanza, avevo sentito la ragazza che stava a casa di Adilma per darle una mano dire che Adilma aveva fatto un rito allo scopo di “incorporare” dentro di sé uno spirito. Non so che tipo di spirito. Lei l’aveva detto a me qualche mese fa. Me lo disse alla sera. Al pomeriggio Adilma aveva celebrato questo “rito”. So che sentiva una persona in Brasile, che lei chiamava ”Pa”. Ho sentito Adilma parlare, in portoghese, con questa persona. So che anche questo “Pa” faceva "macumbe” e sarebbe stato in grado, per quanto mi diceva Adilma, di incorporare spiriti”.

E Oliva? Lui, molto più prosaicamente, avrebbe svolto il ruolo di “tecnico” del gruppo: sarebbe stato lui, secondo Ferretti, a suggerire di usare la Opel Corsa come auto assassina “perché aveva maggiore ripresa rispetto alle altre due” a cui la brasiliana aveva pensato come arma letale contro il compagno e padre dei due figli più piccoli di appena 8 anni. Sempre lui, titolare del Rusty Garage di Parabiago, avrebbe rimesso a posto l’utilitaria nera prima della missione omicida, montando i fari anteriori a un veicolo che “era fermo da molto tempo”. Ancora lui sarebbe stato convocato da Adilma subito dopo l’investimento letale per dare un’occhiata alla Corsa e studiare un modo per disfarsene: “Lo sapevo che si sarebbe sfondato il vetro”, la frase che ha dato la certezza al “palo” e futuro genero di Adilma, Fabio Lavezzo, che pure Oliva era “perfettamente a conoscenza del progetto di omicidio”. Le indagini dei carabinieri hanno scavato pure nel passato della “mantide”, scoprendo che sia un compagno in Brasile, il padre dell’autista della Corsa Igor Benedito, che il primo marito italiano Michele Della Malva sono morti mentre stavano con lei.

Il secondo, stando a quanto emerge dagli atti, sarebbe stato stroncato da un infarto durante un periodo di semilibertà dal carcere in cui stava scontando una pena complessiva di 29 anni e 10 mesi per due condanne per omicidio, rapina, ricettazione e sequestro di persona. Un legame che fa dire al pm che Adilma poteva vantare “relazioni e “protezioni” criminali indiscutibili”, senza dimenticare l’arresto a Malpensa con un trolley pieno di cocaina (13,7 chili per la precisione). “È del tutto verosimile ritenere – la conclusione – che Pereira possa aver millantato tali relazioni, rafforzando la presa psicologica su complici” già ammaliati dalle “indubbie doti di affabulazione” e dalla presunta capacità di “parlare coi santi con la sapienza magica Orisha”.