Un dolore che non trova conforto quello per la morte terribile della propria madre, Carmela Fabozzi, la pensionata uccisa a Malnate nella sua casa il 22 luglio dello scorso anno, ieri quel dolore per alcuni istanti si è fatto rabbioso per Angelo Casoli, il figlio dell’anziana, che non potrà mai dimenticare la scena che si è trovato davanti agli occhi nell’abitazione della madre, riversa in una pozza di sangue. Una scena che ha rivisto attraverso le fotografie del cadavere della donna proiettate nell’aula del Tribunale di Varese dove si sta svolgendo il processo in Corte d’Assise in cui è imputato Sergio Domenichini, il sessantasettenne accusato dell’omicidio della pensionata, arrestato dopo circa un mese dal delitto, al rientro dalla vacanza al mare. E si è rinnovato lo strazio per Casoli che ha avuto uno scatto rabbioso cercando di raggiungere la gabbia dove c’era Domenichini prima di essere allontanato e calmato. "Mi hai rovinato la vita", ha urlato all’imputato.
Nell’udienza è stato ascoltato in qualità di testimone un vicino di casa dell’anziana, l’uomo ha raccontato di essere salito nell’abitazione di Carmela Fabozzi dalla quale proveniva un lamento, era il figlio, disperato, vicino al corpo della madre. Il testimone ha chiamato i soccorsi, nel frattempo seguendo le indicazioni al telefono ha cominciato il massaggio cardiaco in attesa dell’arrivo dei sanitari. Ma per l’anziana non c’era più nulla da fare.
In aula ieri pomeriggio il medico legale Cesare Garberi, che ha eseguito il primo sopralluogo e l’autopsia ha spiegato che sulla donna sono state rilevate nove lesioni alla testa provocate da un corpo contundente, lesioni non incompatibili con l’uso del grosso vaso di vetro blu che per l’accusa è lo strumento utilizzato dall’assassino per colpire con violenza la pensionata. Nel corso dell’udienza è emerso un altro elemento importante: nelle campionature analizzate dai Ris di Parma sotto le unghie della vittima è stato rilevato il Dna del sessantasettenne a processo.