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Processo alla Mantide di Parabiago: il figlio (imputato) provoca i parenti della vittima

Igor Benedito, in aula, ha rivolto un gesto eloquente ai genitori e al fratello di Fabio Ravasio. Chieste due perizie psichiatriche. E il titolare del bar La Maison legge una lettera di scuse

Adilma Pereira Carneiro è considerata la mente del delitto. La difende l’avvocato Edoardo Rossi

Adilma Pereira Carneiro è considerata la mente del delitto. La difende l’avvocato Edoardo Rossi

Parabiago, 28 gennaio 2025 – Poco meno di tre ore per la prima udienza sull’omicidio di Fabio Ravasio in Tribunale a Busto Arsizio, nell’aula dedicata ai giudici Falcone e Borsellino. Sul banco degli imputati Adilma Pereira Carneiro, 49 anni, brasiliana e compagna della vittima, difesa dal legale Edoardo Rossi.

Gesto fuori luogo

La donna è accusata di essere la mente dietro l’omicidio, pianificato per motivi legati all’eredità del quarantasettenne di Parabiago travolto e ucciso da un’auto il 9 agosto scorso. Oltre ad Adilma, erano presenti in aula gli altri imputati, come il figlio Igor Benedito, difeso dall’avvocato Valentina Alberta.

Quest’ultimo è stato protagonista durante l’udienza, facendo un gesto eloquente con le dita verso i genitori di Ravasio, come per indicare di fare attenzione e che sarebbero stati osservati con particolare enfasi. Un gesto questo che ha attirato l’attenzione della Polizia giudiziaria, ricevendo un’ammonizione da parte del giudice.

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Le richieste di perizia

Benedito si è scusato tramite il suo legale, ma il gesto potrebbe avere conseguenze legali. La difesa ha chiesto per lui una perizia psichiatrica. Perizia richiesta anche dal pubblico ministero Ciro Caramore per Marcello Trifone, al fine di valutare la sua capacità di intendere e di stare in giudizio.

Una richiesta accolta dalla difesa dell’avvocato Emanuele De Paola, proponendo che un proprio consulente possa visitare l’ex marito di Adilma in carcere.

Gli altri imputati

Alla sbarra anche il meccanico e presunto amante della donna, Fabio Oliva, difeso dai legali Federico Bonzi e Massimo Schieppati che è ai domiciliari insieme a Fabio Lavezzo, fidanzato della figlia di Adilma, difeso dai legali Simone Rigamonti e Giulia Dosso. A processo anche Massimo Ferretti, titolare del bar La Maison di Parabiago, che durante l’udienza, ha letto una lettera di scuse indirizzata ai genitori della vittima, esprimendo il desiderio di incontrarli. Il tutto chiedendo di poter accedere alla giustizia riparativa.

Infine Mirko Piazza e Mohamed Daibi, marocchino accusato di aver simulato un malore per agevolare la fuga dell’auto che aveva Investito Ravasio mentre attraversava la strada che collega Casorezzo a Parabiago. La corte, presieduta dal giudice Giuseppe Fazio, ha accolto la costituzione di parte civile dei genitori della vittima, Annamaria Trentarossi e Mario Ravasio, rappresentati dagli avvocati Barbara D’Ottavio e Francesco Arnone.

È stata ammessa anche la costituzione di parte civile di Giuseppe Ravasio, cugino della vittima, che ha parlato dei suoi legami con Fabio motivando una richiesta di risarcimento di 150mila euro. L’udienza è stata aggiornata al 24 febbraio, quando si deciderà su prove e perizie.