DAVIDE GERVASI
Cronaca

Legnano, tornano le prostitute in via Novara

Nella zona tra le vie Novara e Biella si tornano a intravedere alcune prostitute anche durante orari diurni

Controlli antiprostituzione

Legnano (Milano), 14 settembre 2016 -  La prostituzione negli orari di ufficio. È quanto si cela nel fitto della vegetazione di quel mini distretto a luci rosse tra via Novara e via Biella. Qui sono tutte ragazze nigeriane. A volte cinque, a volte sei. A volte anche di più. Alcune di loro hanno lo sguardo spaurito per il timore dei controlli delle forze dell’ordine essendo ovviamente clandestine. Altre, sono invece decisamente più disinibite e disposte anche a rischiare facendosi ben vedere ai bordi della strada.

Queste ultime sono quelle vestite in maniera più appariscente e sempre pronte a lanciare inequivocabili cenni di invito agli automobilisti, motociclisti o ciclisti di passaggio. Tutto ovviamente alla luce del sole. Quel che è certo insomma è che il fenomeno del sesso a pagamento nell’area boschiva che si estende tra la piazzola dei rifiuto e i capannoni industriali (tra cui la ex Bertelli) è tornata a dilagare. Una piaga, questa, che sembrava inizialmente essere stata arginata grazie a delle sbarre volute sei mesi va da un’ordinanza del sindaco Alberto Centinaio. Ma il provvedimenti anti prostituzione, con la messa in sicurezza dell’area, non ha dato poi l’esito sperato. Non basta infatti una sbarra davanti agli accessi del bosco per fermare chi intende contrattare la prestazione e consumare poi l’amplesso. Un gesto di intesa con la lucciola e non c’è ostacolo che tenga.

Lo spettacolo all’interno di quei sentieri è tornato quindi quello di sempre: desolante e indecente a suon di condom e fazzoletti gettati dopo il rapporto. L’impressione, addirittura, è che ora sia peggio di prima. È innegabile infatti che l’esodo dal nord Africa a cui assistiamo rappresenta una delle cause principali della recrudescenza del fenomeno un po’ ovunque. Nonostante quindi i controlli su strada delle forze dell’ordine e l’azione continua dei volontari di alcune associazioni, il business illecito degli sfruttatori che si nascondono dietro le “sex workers”, continua a imperversare in questa apparente zona franca. Una terra di nessuno dove vige l’anarchia degli affari sporchi.