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Adilma Pereira Carneiro e Fabio Ravasio
Parabiago (Milano), 24 febbraio 2025 – La Corte d’Assise del tribunale di Busto Arsizio, presieduta dal giudice Giuseppe Fazio, ha accolto la richiesta di perizia psichiatrica per Marcello Trifone, marito di Adilma Pereira Carneiro, la donna accusata di essere la mente del piano omicida. Secondo la ricostruzione dell’accusa, Trifone era a bordo della falsa auto pirata – una Opel vecchia di proprietà di Adilma con targa contraffatta - che investì e uccise Ravasio, simulando un incidente.
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Il marito
In carcere è già stato valutato da un consulente della difesa, il quale sostiene che l’uomo sia affetto da un grave disturbo della personalità e che, al momento del delitto, fosse “incapace di intendere e di volere”, pur conservando “modeste ma sufficienti capacità di stare in giudizio”.
“Sa di star affrontando una causa in tribunale e sa di essere accusato”, è stato il giudizio in sintesi del perito. Pertanto la Corte ha ritenuto necessario un approfondimento e ha disposto una perizia ufficiale. Il perito, che giurerà davanti ai giudici dal prossimo 3 marzo, avrà il compito di stabilire se Trifone fosse effettivamente privo di capacità di intendere e volere al momento dell’omicidio e se oggi sia in grado di sostenere il processo. Inoltre, dovrà valutare la sua eventuale pericolosità sociale.
Il figlio
Diverso, invece, l’esito della richiesta avanzata dalla difesa di Igor Benedito, figlio di Adilma e presunto autista della vettura che ha ucciso Fabio Ravasio. La Corte ha rigettato la perizia sulla sua capacità di intendere e volere al momento dei fatti, ritenendola non necessaria.
Il 26enne, secondo l’accusa, sarebbe stato alla guida dell’auto indossando una parrucca femminile per non essere riconosciuto. Mentre il processo prosegue, restano aperti numerosi interrogativi: Trifone era davvero inconsapevole di ciò che stava accadendo o la sua difesa sta cercando di giocare la carta dell’infermità mentale?