Un evento straordinario ha scosso il Parco del Ticino in questi giorni. I guardiaparco hanno recuperato un castoro europeo gravemente ferito, segnando il ritorno di una specie assente dal territorio italiano per quasi 500 anni. Il ritrovamento è avvenuto a Castelletto di Cuggiono, grazie alla segnalazione di un cittadino, e l’animale è stato immediatamente trasferito al centro recupero fauna selvatica (Crfs) della Lipu nella riserva della Fagiana per ricevere cure urgenti. Il castoro europeo, un tempo simbolo delle nostre aree fluviali, era stato dichiarato estinto in Italia dal XVI secolo. Negli ultimi anni, tuttavia, alcune segnalazioni sporadiche hanno fatto sperare in un lento ritorno. Tra queste, la più recente proviene dalla Riserva naturale del Fondo Toce, in Piemonte, attribuita a esemplari in dispersione dall’Austria.
"Il ritrovamento di un castoro nel Parco del Ticino è un fatto eccezionale – ha commentato Ismaele Rognoni, presidente del Parco –. Seguiamo con attenzione il caso insieme ai veterinari della Lipu, per garantire la tutela di questo esemplare e comprendere meglio la sua provenienza. Ringraziamo i cittadini che ci aiutano con segnalazioni preziose, dimostrando quanto sia importante la collaborazione tra comunità e istituzioni".
I tecnici e i veterinari del Crfs stanno monitorando attentamente le condizioni dell’animale per garantirne il recupero. Parallelamente, saranno effettuate analisi genetiche per determinare con precisione la provenienza del castoro e valutare se possa trattarsi di un individuo proveniente da una popolazione in espansione. La presenza di un castoro nel Parco del Ticino non è solo un fatto straordinario dal punto di vista faunistico, ma rappresenta anche un segnale positivo per la biodiversità del territorio. Questo roditore, noto per il suo ruolo di "ingegnere ecologico" grazie alla capacità di modificare il paesaggio fluviale costruendo dighe e rifugi, è un indicatore di ambienti sani e vitali. Il ritorno del castoro potrebbe aprire una nuova pagina per la fauna italiana, ricordandoci l’importanza di proteggere e valorizzare il nostro patrimonio naturale. Per il momento, tutti gli occhi sono puntati sul Crfs, con la speranza che questo straordinario ambasciatore del passato possa riprendersi e tornare a essere un protagonista del futuro del Parco del Ticino.