PAOLO MATTELLI
Cronaca

Samis Zella, neurologa da Busto Garolfo alla Germania: “L’Italia perde i suoi cervelli”

Il suo nome è nell’elenco dei soci benemeriti del Centro studi Grande Milano Ma è volata in terra tedesca dove dirige un centro per pazienti affetti da disabilità intellettuale

Samis Zella, neurologa in Germania

Samis Zella, neurologa in Germania

Busto Garolfo (Milano) – C’è il nome di una neurochirurga bustese nell’elenco dei soci benemeriti del Centro studi Grande Milano. Samis Zella, classe 1981, dopo la laurea in medicina conseguita presso l’Università degli Studi di Milano e la specializzazione in neurologia e neurochirurgia ha lasciato l’Italia per la prestigiosa Università di Bochum in Germania dove ha ottenuto il PhD (Doctor of Philosophy) considerato il più alto titolo accademico rilasciato da un’Università dopo la laurea.

In terra tedesca dirige un centro per pazienti affetti da disabilità intellettuale focalizzata ai disturbi del movimento. «Il riconoscimento mi è stato consegnato dal Roberto Poli attualmente direttore del Centro Studi Grande Milano che ha motivato la decisione riconoscendo il valore scientifico dei miei studi sul tema dei disturbi legati al movimento quali ad esempio il morbo di Parkinson». Una carriera professionale quella di Samis che ha trovato oltre i confini nazionali le forze per crescere e perfezionarsi.

Un altro caso di cervelli in fuga?

«Decisamente e purtroppo aggiungo io. La curiosità mi ha spinto in Germania insieme a Matteo mio marito anch’egli bustese e cervello informatico in fuga. Qui abbiamo costruito il nostro percorso professionale e la nostra famiglia in un paese dove le possibilità di crescita, sono quasi sempre direttamente proporzionali alle competenze e all’impegno di ognuno».

Un’Italia che perde i pezzi in termini di ricercatori validi?

«La Nazione dove sono nata vanta innumerevoli ricercatori validi anzi direi fantastici che purtroppo vengono riconosciuti scarsamente nel loro paese costringendoli a lasciare l’Italia per cercare altrove spazi di crescita professionale. Solo un percorso comune tra ricerca italiana ed europea può generare grandiose idee. Io devo ringraziare il mio gruppo di lavoro per le continue informazioni che scambiamo ogni giorno».

Un riconoscimento è arrivato però anche dalla città del Duomo e del Teatro alla Scala vero?

«Per me questo è il premio più bello perché arriva proprio dal mio paese che adoro e che mi manca tanto. Sono onorata di poter contribuire dalla Germania del nord dove vivo da anni con mio marito Matteo professore ordinario di Ingegneria informatica e quattro figli ancora piccoli, a fare più grande e prestigiosa la città di Milano».

Busto Garolfo torna ancora una volta alla ribalta della scena internazionale con un’altra ricercatrice che dal paese è volata all’estero per portare un pezzo di Busto nel mondo.