
Il deposito della Stie a San Vittore Olona (Sally)
San Vittore Olona, 7 settembre 2017 - "Un gran lavoratore, solo che da tempo si sentiva esasperato per il clima che si era venuto a creare sul posto di lavoro. È davvero dispiaciuto per l’accaduto». Sono le parole di una persona vicina a Filippo Mazzitelli, il 57 enne impiegato della Stie trasporti di San Vittore Olona, arrestato lunedì sera per aver aggredito violentemente il suo direttore, V.G., al culmine di una lite scaturita da una lettera di richiamo che il manager aveva consegnato nelle mani di Mazzitelli, nel suo ufficio.
È una storia diversa quella raccontata da chi Mazzitelli lo conosce bene ma, per motivi personali, chiede di rimanere anonimo. "Era da giugno che si sentiva oppresso, viveva sotto pressione e si sentiva preso di mira – spiega l’uomo – ma è sempre stato un gran lavoratore, aveva addirittura sei mesi di ferie da smaltire". A scatenare la furia (ingiustificata) del dipendente sarebbe stata dunque una serie di pressioni subite, fino a portarlo al punto di scoppiare. La lettera di richiamo, in particolare, lo avrebbe sconvolto: "Non credeva affatto di meritarsela, veniva continuamente ripreso ma senza apparente motivo. Ha perso la testa, e quel precedente di cui tutti parlano si riferisce a una discussione con un collega avvenuta diverso tempo fa, poi risolta tra loro senza conseguenze". Mazzitelli si è tenuto informato in questi giorni sulle condizioni del direttore. Ieri pomeriggio, la Procura della Repubblica di Busto Arsizio gli ha concesso i domiciliari dopo due notti trascorse in carcere. Le accuse a suo carico, se le condizioni del dirigente dovessero – come si spera – ulteriormente migliorare, potrebbero essere derubricate.
Sarebbe quindi una sempre più difficile convivenza sul posto di lavoro il più accreditato movente dell’aggressione di lunedì mattina, quando Mazzitelli è convocato da V.G. nel suo ufficio. Lì, il 57enne – che da oltre vent’anni lavora nell’azienda di trasporto pubblico dell’Alto Milanese – nel momento in cui il manager gli consegna la lettera di richiamo contenente un rimprovero per il mancato rispetto degli orari di lavoro, perde la testa. Dopo aver urlato contro il superiore gli sferra un pugno al volto, poi lo colpisce a calci e pugni fino a tramortirlo. Quando i carabinieri arrivano sul posto il cinquantenne è a terra tramortito, mentre Mazzitelli è lì accanto, in silenzio. Entrambi verranno poi portati in ospedale: l’aggressore con escoriazioni alle mani e in stato psicofisisco alterato (ricoverato per alcune ore in Neurologia e sottoposto a sedazione per calmarlo); l’aggredito con fratture al volto tali da costringere l’ospedale a decidere d’indurgli il coma per via farmacologica, prima di decidere il da farsi.
Le sue condizioni, nella giornata di ieri, sono però fortunatamente migliorate. Una buona notizia innanzitutto per la famiglia. Ma anche indirettamente per Mazzitelli. Se le lesioni dell’aggredito saranno meno gravi del previsto come sembra, è infatti ipotizzabile che il 57enne torni a piede libero in attesa del processo, e che le accuse siano trasformate in lesioni aggravate e non più tentato omicidio. Lui, difeso dall’avvocato Davide Toscani, ha detto esplicitamente che il suo intento non era certo quello di uccidere.