
I rappresentanti di gruppi, enti e fondazioni che hanno contribuito al restauro di Sant’Ambrogio
Legnano (Milano) – Tanto lavoro è stato fatto a partire dal 2017, anno che, in un modo o nell’altro, aveva segnato l’inizio dei lavori di recupero e restauro della chiesetta di Sant’Ambrogio, e ieri la Fondazione Gatta Trinchieri ha voluto rendere evidenti questi progressi presentando la conclusione dell’ennesimo step: il lavoro di restauro delle volte affrescate della più antica chiesa di Legnano, un edificio costruito nel 1590 che si basa su una precedente chiesa della metà del XIII secolo e che ha poi conosciuto successivi interventi non sempre lodevoli.
Si può dire che tutto sia nato quando il Collegio dei Capitani, con il Gran Maestro di allora, Romano Colombo, e il responsabile della commissione costumi, Riccardo Ciapparelli (entrambi presenti ieri), avevano pensato di celebrare il 60º anniversario del Collegio lasciando una testimonianza importante alla città attraverso il restauro dell’affresco del Lampugnani raffigurante Sant’Ambrogio, presente su una delle pareti della chiesetta. Da quella decisione era partito il percorso che, come primo atto, aveva previsto l’intervento ‘tecnico’ di DomoDry, pensato per frenare la copiosa umidità di risalita che avrebbe, in breve tempo, vanificato ogni restauro.
Passo dopo passo, dunque, si è andato a creare il gruppo di lavoro che ha permesso anche i successivi restauri delle volte della chiesetta: ovviamente monsignor Angelo Cairati, da considerare come il “padrone di casa”; la Fondazione Ticino Olona, del presidente Salvatore Forte, che ha finanziato il primo intervento sull’affresco; la Fondazione Gatta Trinchieri, presieduta da Norberto Albertalli, che ha finanziato l’intervento sulle volte; l’Accademia di Brera, che ha trasformato la chiesa in un laboratorio e in una sede distaccata dove, intervento dopo intervento, sono state prodotte nove tesi di laurea dalle restauratrici che vi hanno lavorato. La Soprintendenza delle Belle Arti, infine, ha seguito e accompagnato i lavori.
Oggi la storica chiesetta è dunque composta da due realtà dissonanti: da una parte l’affresco e le volte restaurati al meglio con interventi che, grazie al supporto dell’Accademia, hanno contenuto i costi intorno ai 200mila euro; sull’altro lato, la parte settecentesca che, di certo, avrà bisogno di altri interventi e raccolte fondi (si stimano circa 250mila euro di spesa) per poter arrivare a restituire la chiesetta alla città.