CHRISTIAN SORMANI
Cronaca

Siccità e troppi conigli: agricoltura in agonia

Sos dal Parco Alto Milanese. Le aziende che hanno bestiame lamentano costi proibitivi per il mantenimento delle mucche da latte

di Christian Sormani

Conigli, minilepri e siccità stano devastando l’agricoltura all’interno dei parchi sovracomunali di zona. Dal Rocco al Parco Alto Milanese, la situazione risulta drammatica a causa di una estate come non se ne vedevano da tempo La presenza dei conigli è ormai fuori controllo. Gli esperti stimano quasi una ventina di conigli per ettaro quando la media dovrebbe essere di 1,8 conigli per singolo ettaro. Un problema che viene trascinato da tempo e sul quale nessuno interveniene con costi di gestione che per l’agricoltura cominciano a essere non più gestibili.

I conigli selvatici stanno devastando il territorio coltivato procurando gravissimi e irreparabili danni. Le aziende agricole che hanno bestiame lamentano costi proibitivi per il mantenimento delle mucche da latte che rispetto ad una situazione normale sono praticamente raddoppiati per via dei rincari delle materie prime. La maggior parte delle aziende non ha foraggio nelle stalle ed è costretto a comprarlo anche all’estero con esborsi economici notevoli visto che l’erba di qualità arriva fino a a 30 euro al quintale più Iva e trasporto. I contadini spiegano che in questo momento un litro di latte viene pagato 46 centesimi al litro ma che al produttore costa 56 centesimi al litro con una perdita di 10 centesimi ogni litri di latte. Per ovviare ai disagi delle mucche, che col caldo fanno meno latte, in molti hanno installato nebulizzatori e aria condizionata con un aumento dei costi, tanto da non garantire quasi più la produzione in futuro. I raccolti bruciati dalla siccità non aiutano il foraggio e le mucche con le alte temperature stanno producendo per lo stress fino al 10% di latte in meno. La Coldiretti ha evidenziato in questi giorni lo stato di emergenza per il forte calo delle rese produttive di tutti i raccolti agricoli che in alcuni casi sono addirittura dimezzati con cali fino al 50%. Una emergenza nazionale che - sottolinea la Coldiretti - riguarda coltivazioni e allevamenti travolti da una catastrofe climatica che si prefigura addirittura peggiore di quella del 2003. Le piogge improvvise non hanno calmierato la situazione. Nelle stalle gli abbeveratoi lavorano a pieno ritmo. Una mucca beve ora quasi 140 litri di acqua al giorno contro la metà dei periodi meno caldi. "In questo scenario è necessario definire le priorità di uso delle risorse idriche dando precedenza al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo, prevedere risorse finanziarie adeguate per indennizzare le imprese agricole per i danni subiti a causa della siccità e favorire interventi infrastrutturali" dice il presidente Coldiretti Ettore Prandini.