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Festa di fine Ramadan al centro sportivo di Turbigo, il sindaco non ci sta: “Credevamo che l’Italia fosse uno Stato laico”

Fabrizio Allevi ha espresso tutti i suoi dubbi dopo la decisione arrivata in seguito all’incontro in Prefettura con Zahid Naveed dell'associazione Moschea Essa

Un accordo è stato trovato, ma non sembra aver soddisfatto tutti. Continua lo scambio di frecciatine tra i vertici del Comune di Turbigo, in particolare il sindaco Allevi, e i rappresentanti dell’associazione Moschea Essa.

Il sindaco di Turbigo Fabrizio Allevi e il prefetto Claudio Sgaraglia
Il sindaco di Turbigo Fabrizio Allevi e il prefetto Claudio Sgaraglia

Credevamo che l'Italia fosse uno Stato laico, ma la Costituzione evidentemente non vale per l'Islam”. Inizia con queste parole la nota del Comune di Turbigo a commento della decisione di tenere la festa di fine Ramadan al campo sportivo di via Plati in località Arbusta presa in una riunione convocata dal prefetto di Milano Claudio Sgaraglia su richiesta del Tar a cui si era rivolta l'associazione Moschea Essa contro il no alla concessione di spazi da parte del Comune. “Nonostante sia evidente e pubblico che nel territorio limitrofo al nostro comune siano presenti luoghi in cui è già stata data la possibilità di riunirsi alla comunità islamica, l'unica lettura che posso dare a questa vicenda - ha commentato il sindaco Fabrizio Allevi - è che probabilmente l'evento quest'anno doveva essere fatto, forse per principio, a tutti i costi a Turbigo”.

Allevi ha riferito di aver appreso alla riunione "con meraviglia che le diverse centinaia di partecipanti previsti in un primo momento saranno invece poco più di 150, esattamente al limite delle 200 unità prescritte dal parere dei Vigili del Fuoco per l'utilizzo dell'area senza particolari ulteriori prescrizioni”. “Inoltre il Prefetto ha messo a disposizione i Carabinieri, ancorché il Questore e l'assessorato alla protezione civile di città metropolitana si sono resi disponibili a dispiegare ulteriori forze per garantire l'ordine pubblico per la manifestazione. Un dispiego di forze notevole - ha aggiunto il primo cittadino-, tutto perfettamente apparecchiato per dover dare una risposta positiva ad una richiesta che evidentemente doveva essere accettata a tutti costi”. E quindi ora “resta l'amaro per tutti quei cittadini a cui ogni giorno un piccolo Comune dovrebbe dare risposte sicuramente più tempestive e per cui, forse, non si vedranno mai grande attenzione e dispiego di forze da parte di organi sovracomunali”.

Il post Instagram

Poi il sindaco ha rincarato la dose anche sul suo account Instagram. Questa volta, al centro del suo messaggio, le scuse ai turbighesi. Secondo il primo cittadino infatti “istanze, ricorsi, convocazioni in prefettura, spiegamenti di forze mai viste, titoli sensazionalistici e accuse gratuite di presunte libertà costituzionali violate” legati alla questione dei festeggiamenti per la fine del Ramadan negati avrebbero "distolto tempo prezioso alle questioni più importanti”. Questo il testo completo che il sindaco ha inserito nel suo post: "È da giorni che l'Amministrazione ha distolto tempo prezioso alle questioni più importanti perché impegnata con istanze, ricorsi, convocazioni in prefettura, spiegamenti di forze mai viste, titoli sensazionalistici e accuse gratuite di presunte libertà costituzionali violate. La colpa? Quella di essere un piccolo comune, con le difficoltà di molti altri, che ha osato esprimere perplessità per un evento di cui ancora oggi - a fronte di quanto accaduto questa mattina - conosciamo poco. Hanno chiesto e ottenuto l'autorizzazione per il 9 e 10 aprile dalle ore 7 alle 11, ma oggi nessuno si è presentato. Alla faccia dei volontari, a cui vanno i miei ringraziamenti, che dalle 7 di questa mattina si erano messi a disposizione".