Turbigo (Milano), 6 aprile 2024 – Tiene banco sulle sponde dal Ticino la battaglia di ricorsi sul Ramadan. Tutto era iniziato quando gli islamici residenti a Turbigo, paese di settemila abitanti del milanese, perlopiù di origine pakistana, quasi tutti occupati nelle tante concerie della zona, a febbraio avevano chiesto al sindaco Fabrizio Allevi (Fratelli d’Italia, alla guida di una giunta di centrodestra) la possibilità di avere uno spazio pubblico dove poter celebrare la festa per la fine del mese di digiuno. Nessuna replica formale dall’amministrazione. E per questo la comunità religiosa si era rivolta al Tar, che aveva imposto - per ieri tassativamente entro le 14 - al sindaco di formalizzare una risposta, in virtù del regolamento comunale che obbliga l’amministrazione a replicare alle domande dei cittadini entro trenta giorni. E la decisione di Allevi, alla fine, è arrivata nei termini stabiliti dai giudici ed è stata perentoria. "A Turbigo non ci sono spazi adeguati per accogliere queste persone. Né all’aperto né al chiuso".
Le uniche due aree pubbliche capaci di ospitare i cittadini di fede islamica non si possono ritenere disponibili: una è piazza Madonna della Luna, in pieno centro cittadino, che il 9 e 10 aprile ospita già le bancarelle del mercato, l’altra è il cosiddetto pratone della Giobia, un ampio spazio verde nelle parte alta del paese, vicino alla scuola media, dove appunto ogni anno, a fine gennaio, viene bruciata la Giobia. Quest’area sarebbe di "difficile accesso perché nel periodo scoastico la via che sale all’istituto viene interdetta al traffico, e tutte le vie d’intorno, dove i genitori sono soliti parcheggiare per accompagnare i ragazzi, sono a senso unico.
"Il sindaco ha risposto fondando le proprie ragioni su aspetti propagandistici e pretestuosi, senza alcun tipo di rispetto nei confronti dei propri concittadini – dice l’avvocato Luca Bauccio, che ha preso le difese dell’associazione Moschea Essa –. È una risposta cavillosa e indegna del ruolo che un sindaco delle svolgere, al di sopra delle parti e nell’esclusivo interesse dei suoi concittadini. E’ vergognoso che in due mesi un sindaco non trovi una soluzione, né tantomeno cerchi un contatto con i proponenti per valutare le problematiche, segno di incapacità e pregiudizio". Il sindaco Allevi respinge le accuse di avere preso una decisione politica. "Per noi resta solo un problema di viabilità e parcheggio, ma anche logistico, perché sono aree non deputate ad accogliere gruppi numerosi di persone. Abbiamo risposto con colpevole ritardo solo perché gli uffici erano oberati di lavoro con le scadenze dei progetti del Pnrr".
L’avvocato Bauccio ha immediatamente impugnato la decisione del sindaco chiedendo che sia ancora una volta il Tar a pronunciarsi e a sostituirsi al primo cittadino. "Mi sembra di rivedere le stesse battaglie fatte per tanti anni nella vicina Magenta, quando per avere l’assegnazione di un’area pubblica abbiamo sempre fatto ricorso al Tar – ricorda Ashfaq Munib, rappresentate dell’associazioni pakistane in Lombardia, che è stato anche candidato sindaco nella stessa città –. Adesso la questione è stata risolta. La festa si svolge senza particolari problemi, con la partecipazione anche della Parrocchia e dell’amministrazione. Del resto si tratta solo di un momento in cui ci si scambia degli auguri". "Non credo davvero che in tutta Turbigo non ci sia uno spazio idoneo per ospitare non più di 100-150 persone. Alla base di tutto c’è una grande disinformazione e mistificazione. Qui certamente non verranno i pakistani che abitano nel Magentino, neppure quelli di Legnano, che hanno la loro moschea, ma neanche i castanesi e i musulmani residenti a Robecchetto e Cuggiono, che confinano con Turbigo, perché andranno a Castano. Quindi non c’è nessun problema di affollamento eccessivo".