
Il tribunale di Busto Arsizio dove si è svolto il processo
Turbigo, 7 marzo 2025 – Una sentenza che pesa come un macigno quella pronunciata le scorse ore dal Tribunale di Busto Arsizio. La coordinatrice della Rsa Sant’Edoardo di Turbigo e la coordinatrice infermieristica della struttura sono state condannate a otto mesi di reclusione per la tragica morte di Angelo Puricelli, 93 anni, avvenuta nella notte del 23 novembre 2019. L’ex direttore sanitario aveva già patteggiato in precedenza.
La decisione accoglie in toto la tesi dell’accusa, sostenuta dal pubblico ministero Nadia Calcaterra, che ha coordinato l’inchiesta e ha chiesto anche l’invio degli atti in procura per falsa testimonianza nei confronti di un testimone chiamato dalla difesa delle imputate.
Il decesso
Era una notte gelida quella in cui Angelo Puricelli, paziente fragile e con problemi di deambulazione notturna, riuscì a uscire indisturbato dalla propria camera e a vagare nel giardino della Rsa. Nessuno si accorse di nulla. Il mattino successivo, l’anziano fu trovato riverso a terra, in stato di ipotermia gravissima.
Morì poco dopo il ricovero in ospedale. L’autopsia fugò ogni dubbio: la causa del decesso fu il freddo. Le indagini, avviate subito dopo la denuncia dei familiari, hanno portato alla luce una gestione carente e superficiale della sicurezza.
Segnalazioni inascoltate
La famiglia di Puricelli aveva più volte segnalato le sue deambulazioni notturne (wandering), chiedendo che venissero adottate misure adeguate per proteggerlo. Ma nulla era stato fatto: nessun sistema di sicurezza alle porte, nessuna sorveglianza rinforzata, nessun protocollo specifico per monitorare il paziente. Perfino nelle notti precedenti al dramma, il 93enne aveva già tentato di uscire in giardino.
Per l’accusa, l’anziano è morto a causa di una serie di omissioni imperdonabili. La negligenza, l’imprudenza e l’imperizia nella gestione della sua sicurezza hanno portato alla richiesta di rinvio a giudizio per omicidio colposo. Oggi, con le condanne in primo grado, la giustizia ha stabilito una responsabilità che lascia aperti molti interrogativi sull’effettiva tutela dei soggetti più fragili nelle strutture assistenziali.