IVAN ALBARELLI
Cronaca

Vermezzo, l'ex assessore Maria Grazia Benedetto minacciata: un bossolo esploso e un “invito”: “Abbandona la politica”

L’esponente è oggi consigliere di minoranza. “Non ho mai ricevuto minacce”. La condanna della Lega provinciale e regionale. Il precedente del 2019: venne fatto esplodere un ordigno nascosto nell’auto dell’allora sindaco di centrodestra Andrea Cipullo

Maria Grazia Benedetto è stata assessore alla Cultura nell'ex Giunta Cipullo

Maria Grazia Benedetto è stata assessore alla Cultura nell'ex Giunta Cipullo

Vermezzo con Zelo (Milano), 26 novembre 2024 – Una busta contenente un bossolo esploso e un messaggio minatorio che la invita a ritirarsi dalla politica. È quanto è stato recapitato a Maria Grazia Benedetto, ex assessore all’Istruzione e alla Cultura del piccolo Comune dell’Abbiatense, ai tempi della Giunta di centrodestra Cipullo e oggi consigliere comunale di minoranza (la Giunta attuale è di area di centrosinistra). L’episodio risale allo scorso 8 novembre, ma è stato reso noto oggi. La busta è stata lasciata nella buca delle lettere della palazzina a Vermezzo dove risiede. L’esponente della Lega ha subito sporto denuncia – per il momento contro ignoti – ai carabinieri della Compagnia di Abbiategrasso. Ai militari dell’Arma l’indagine, quindi, finalizzata a capire se si sia trattato di un semplice “scherzo” di cattivo gusto o di qualcosa di più serio da non sottovalutare. 

La condanna

Maria Grazia Benedetto lavora assieme al marito nell’impresa di famiglia e, in ambito politico, quand’era assessore, non sembra essersi mai occupata di tematiche che possono aver toccato interessi o ambiti “a rischio” di collusione con la criminalità. Lei stessa si è dichiarata, nei limiti di una vicenda che non può non inquietare chiunque, “tranquilla”. Non è escluso che il gesto – magari di un folle – sia nato dalla sua attività di denuncia svolta dai banchi dell’opposizione. “Credo d’essermi fatta un’idea dello scenario in cui è maturata una cosa del genere. Giovedì sera ci sarà il Consiglio comunale – spiega, ancora scossa per quanto successo – e quella sarà l’occasione per parlarne. Certo è che mi aspettavo in questi giorni un’attestazione pubblica di solidarietà da parte del sindaco Rattaro che non c’è stata”. 

La reazione del partito

A Benedetto è però arrivata la vicinanza della Lega: “Esprimiamo piena solidarietà a Maria Grazia Benedetto, consigliera comunale di minoranza del centrodestra, vittima di un vile atto intimidatorio”. Il segretario provinciale della Lega, Alessio Zanzottera, l’onorevole Fabrizio Cecchetti, referente della Lega Lombarda, e Donatella Magnoni, commissario della sezione locale, condannano fermamente questo gesto. "È inaccettabile che, a qualsiasi livello politico, qualcuno cerchi di intimorire chi dedica tempo ed energie per il bene della propria comunità. La passione politica, soprattutto nei piccoli Comuni, non è un lavoro, ma un impegno che richiede sacrifici e dedizione. Non possiamo permettere che tali atti minatori compromettano la partecipazione democratica. La politica deve essere uno spazio di confronto, mai di violenza o paura”.

Andrea Cipullo è stato sindaco di Vermezzo, col centrodestra, per due mandati fino a questa primavera
Andrea Cipullo è stato sindaco di Vermezzo, col centrodestra, per due mandati fino a questa primavera

Il sindaco nel mirino

C’è tuttavia un grave precedente che non può preoccupare. Nel giugno del 2019 il sindaco Andrea Cipullo, appena rieletto per il secondo mandato (andato a scadenza questa primavera, al suo posto ora c’è Ada Rattaro), fu vittima di un ancor più serio atto intimidatorio: venne fatto esplodere un ordigno nascosto nello spazio compreso tra il parabrezza dell'utilitaria di famiglia e il coperchio del vano motore. L'esplosione dell’auto, avvertita anche dai vicini di casa, svegliati di soprassalto nel cuore della notte, aveva causato seri danni al veicolo. "Spero si sia trattato di una bravata di qualche ragazzino e non di qualcosa di più serio", aveva detto all'epoca il primo cittadino. Cipullo aveva ricevuto una telefonata del prefetto di Milano che, oltre a esprimergli la sua vicinanza, gli aveva garantito il suo interessamento per risalire agli autori. Un’indagine era stata avviata anche in quel caso dai carabinieri di Abbiategrasso.