
La serra esotica di villa Annoni a Cuggiono
Cuggiono (Milano), 1 luglio 2018 - «La serra limonaia di villa Annoni potrebbe ospitare diversi eventi, come potrebbe diventare sede per corsi di pittura e altro. Le idee non mancano, basta cominciare a metterci mano». L’appello è stato lanciato da Gabriele Calcaterra, presidente del museo civico, che ha organizzato una serata proprio per parlare della volontà di dar corso al restauro. Il primo problema da superare è il vincolo monumentale posto sulla serra dalla Sovraintendenza nel 1942. L’Amministrazione comunale, favorevole a questo intervento, ha assicurato che quanto prima avvierà la pratica, ma l’esito si conoscerà solo a fine anno. In questo periodo i promotori del progetto si attiveranno per cercare i fondi necessari. «La prima cosa che vorremmo fare è la sistemazione delle vetrate, sostituendo i vetri rotti e anche quelli di colore diversi da quelli standard, e verniciando tutta la struttura di ferro delle stesse. Per questo pensiamo serviranno non meno di 25mila euro. Poi c’è tutto il resto…».

Un primo contributo è giunto dal Lions Naviglio Grande che, nella serata in cui si è parlato della serra, ha consegnato al sindaco Perletti e a Calcaterra un contributo di 4.350 euro, il risultato di una iniziativa proposta ai soci del Lions. «Speriamo anche di poter riuscire ad ottenere qualche contributo dal Fai, nell’ambito dell’iniziativa «Luoghi del cuore». Dobbiamo raggiungere al più presto le mille firme per poter entrare nel gruppo di quelle località che potranno competere per la graduatoria finale. Si può votare sul sito, ma anche al museo abbiamo delle schede per la raccolta firme» aggiunge Calcaterra.
Nel corso della serata Donatella Tronelli ha parlato della villa, delle famiglie e dei personaggi che l’hanno abitata. «Quella che chiamiamo impropriamente serra - ha spiegato - è invece una limonaia, un classico giardino d’inverno dove custodire dal freddo le piante da frutta e quelle esotiche. Ce ne sono parecchie recuperate e ancora oggi usate, a Parigi, Vienna, Napoli, alla villa Reale di Monza. La nostra risulta censita al catasto nel 1857».
I rilievi della serra sono stati eseguiti da Gian Pietro Taveggia che, con la consulenza di Giacomo Cislaghi, sta elaborando il progetto da inoltrare alla Sovraintendenza. «Questo edificio va recuperato innanzitutto per il rispetto del lavoro e dell’ingegno dei molti che hanno contribuito a realizzarlo» afferma Taveggia. Dai rilievi effettuati, Taveggia ha riscontrato che esisteva un sistema di riscaldamento della serra in modo da creare una temperatura interna adatta ad evitare il gelo. «Il muro nord ha indubbiamente una intercapedine dove veniva incanalata dell’aria calda. I serramenti in ferro delle 15 vetrate sono un unico profilato, un’opera notevole» sottolinea. Sul davanti della serra ci sono i semenzai, anche questi dotati di sistema di riscaldamento. «Pensiamo che per scaldare la limonaia si usasse il sistema ipocausto, inventato dai Romani, che faceva circolare aria calda sotto il pavimento. Un sistema collaudato che venne usato sino ai primi del ’900» ha aggiunto Calcaterra.