Alle porte dei due Centri antiviolenza di Castano Primo e Legnano hanno bussato nei primi nove mesi dell’anno 174 donne, 110 delle quali hanno poi iniziato un percorso di aiuto: meno della metà, 51, hanno poi deciso di denunciare i loro aguzzini. A fare il punto della situazione ieri Antonella Manfrin (nella foto), coordinatrice del Centro antiviolenza che, alla presentazione delle iniziative previste per il 25 novembre, Giornata contro la violenza sulle donne, ha illustrato il bilancio dell’attività svolta da Filo Rosa Auser a Legnano e Sportello Antenna Antiviolenza a Castano Primo.
Un dato è evidente: la presenza di una rete di sostegno sta aiutando enormemente l’emersione di casi sommersi, ma il lavoro da compiere alla base, nel contesto sociale di riferimento, è ancora enorme. Per quanto riguarda le 110 donne che si sono presentate nei due in 9 mesi, la valutazione del rischio è stata in 16 casi bassa, media in 55 e alta per 39. Per le vicende più problematiche, in otto occasioni è stato necessario ricorrere alla collocazione in una struttura protetta (un nono caso si è aggiunto poi a ottobre).
Come si arriva al Centro antiviolenza? Nella maggior parte dei casi il punto di raccordo sono le forze dell’ordine (30): l’accesso spontaneo riguarda invece 23 casi. La fascia di età dominante è tra 41 e 60 anni, seguita dai 31-40 (26), 18-30 (19), oltre i 60 (10) e, infine, minorenni (due soli casi). Detto che ogni caso singolo può ricadere in più categorie, la violenza più diffusa è quella psicologica (102 casi su 110), seguita da quella fisica (67), in presenza di figli minori (35), economica (34), stalking (32), violenza sessuale (14).
Il maltrattante nella stragrande maggioranza dei casi è italiano, in 32 casi il marito, in 16 il convivente e in altrettanti l’ex convivente, in 12 l’ex fidanzato e in altrettanti l’ex marito. Sono 51 le donne che nei centri hanno poi avuto accesso a una consulenza legale e 67 hanno avviato un percorso di supporto (in 8 hanno usufruito di entrambi). Meno della metà delle donne (51), infine, ha sporto denuncia, mentre 59 hanno preso una decisione diversa.
Paolo Girotti