Corbetta (Milano), 6 novembre 2023 – Un’immagine sempre curata. Il legame con Genova, la sua città di origine, palesata in occasione della tragedia del Ponte Morandi e, più indietro nel tempo, all’epoca delle alluvioni che prostrarono la Liguria.
L’impegno a favore degli altri, con il tentativo di organizzare raccolte fondi in rete per associazioni attive nella battaglia contro sclerosi multipla e Alzheimer. E, soprattutto, l’amore per i figli, Sara e Christian, spesso immortalati con lei e il marito nelle fotografie postate in rete.
La frustrazione dietro un’immagine serena
Il profilo Facebook di Vita Di Bono, 47 anni, che all’alba di domenica 5 novembre ha ucciso nel sonno il marito Luigi Buccino e successivamente si è tolta la vita, rivolgendo la lama contro di sé, ci consegna l’impressione di un’esistenza uguale a migliaia di altre. Invece, anche al di là dell’epilogo tragico, dietro quell’apparente serenità molto probabilmente nella casalinga genovese trapiantata a Corbetta, covava una profonda frustrazione per la piega che aveva preso la sua vicenda terrena.
Alla base di quei bisticci e di quelle discussioni con i quali i vicini di casa, a quanto sembra, avevano ormai imparato a convivere, ci sarebbe stata una storia d’amore arrivata al capolinea.
La relazione, che in un post su Facebook di qualche anno fa un’amica definisce da soap opera, avrebbe vissuto un periodo conclusivo segnato da gelosie e litigi. Sembra che Luigi, 54enne originario della Calabria che lavorava come muratore, nell’ultimo anno avesse intrecciato una relazione con un’altra donna. Potrebbe essere stato questo il punto di rottura nel fragile equilibrio di Vita.
L’equilibrio ritrovato e perduto
Nel suo passato ci sarebbe stato anche un tentativo di suicidio, per il quale era stata ricoverata in ospedale a Magenta. Era seguito un percorso riabilitativo, un intervallo di serenità che, però, a chi la conosceva, in queste settimane sembrava definitivamente mandato in archivio. Tutte supposizioni e voci. Che pure sembrano essere confermate dall’esito tragico dell’omicidio-suicidio.
Toccherà ai carabinieri di Abbiategrasso e ai colleghi del nucleo investigativo scavare negli accadimenti di questi ultimi mesi. Per provare a capire quale sia stata la scintilla che ha portato la 47enne a pensare e successivamente mettere in pratica quello che sembra un piano ben preciso, concretizzatosi nell’aggressione di ieri, al levarsi del sole, nell’appartamento di via Piave 50, nel centro di Corbetta.
Ma anche per tentare di comprendere se, in qualche modo, Vita avesse lanciato segnali delle sue intenzioni, magari proprio negli incontri del percorso terapeutico.