CRISTIANA MARIANI
Cultura e Spettacoli

Subsonica in scena: “Telefonini in tasca, con noi si canta, si ride, si piange e si balla"

La band stasera in concerto al Rugby Sound al castello di Legnano. Il fondatore e chitarrista Max Casacci parla dei 28 anni di storia E lancia la corsa al record di longevità detenuto dai Pooh

I Subsonica protagonisti a Legnano sul palco del Rugby Sound per il “La Bolla Tour“

I Subsonica protagonisti a Legnano sul palco del Rugby Sound per il “La Bolla Tour“

Milano – ‘Colpo di pistola’ , ‘Disco labirinto’, ‘Tutti i miei sbagli’, ‘Incantevole’, ‘Coriandoli a Natale’, ‘Nuvole rapide’, ‘Nuova ossessione’, ‘Liberi tutti’, ‘Istrice’. I Subsonica fanno parte della vita di milioni di italiani. E dopo 28 anni di carriera continuano a farlo. Questa sera il cantante Samuel, il produttore e chitarrista Max Casacci, il tastierista Boosta e il bassista Vicio saranno a Legnano sul palco del Rugby Sound per il ‘La Bolla Tour’.

Max Casacci, dopo 28 anni di attività siete consapevoli di essere un vero monumento della musica italiana?

“Ci sono stati attribuiti alcuni attestati di importanza nella musica italiana. Fa piacere, ti danno la sensazione di aver costruito qualcosa. Però tutto finisce lì, se indugi troppo nel tuo passato rischi di mettere una data di scadenza nel tuo futuro. Ci mettiamo sempre in gioco, anche in considerazione del pubblico che cambia".

Il vostro nuovo album, ’Realtà aumentata’ ha delle sonorità che spiazzano. Basti pensare ai brani ’Pugno di sabbia’ e ’Scoppia la bolla’. O al rework di ’Mattino di luce’ con LIM uscito ieri. Quale esigenza c’è dietro questo disco?

"’Pugno di sabbia’ è il primo singolo di questo ultimo album, che è un po’ una band che ritrova se stessa. È stato un disco importante anche per ritrovare un po’ di complicità fra noi. Questo è un brano che parla del passato, è un modo di valutare il passato e di considerare il rischio che non passi mai. Tutta la musica che abbiamo fatto insieme dal 1996 in avanti è stata percepito da qualcuno come difficile da digerire. Quando suona quel campanello è un bel segnale, vuol dire che stiamo facendo qualcosa di nuovo e di interessante. In questo disco abbiamo di nuovo fatto musica di insieme, e in quella modalità per cui l’errore di uno diventa l’idea dell’altro. Approcci e atmosfere diverse, c’è una sorta di radice afro. Non l’avevamo mai fatto e con ’Scoppia la bolla’ è nato questo brano scanzonato con ritmi afrobeat. Di solito prima nasce la musica e poi Samuel ed io scriviamo i testi. Ci piace l’idea di non sapere dove andare, di non avere una direzione predefinita. Fa parte anche questo del viaggio creativo".

In questi 28 anni quali sono stati i momenti migliori?

"Tanti. Soprattutto nei primi anni della nostra carriera è successo tutto molto rapidamente e questo è continuato a crescere. Il pubblico è un po’ cresciuto con noi".

Quelli più brutti?

"Dopo il Festival di Sanremo (nel 2000 con ’Tutti i miei sbagli’, ndr) siamo passati alla fase in cui abbiamo cominciato a riempiere i palazzetti. Ci siamo resi conto che il mondo intorno cominciava a chiederci qualcosa di diverso. Quando hanno cominciato ad esserci aspettative attorno a noi, ci siamo resi conto che tutto questo non faceva per noi. Nei primi anni Duemila la musica si è un po’ persa. Noi non abbiamo mai voluto puntare sui numeri. Per noi l’album era il veicolo per poter andare a suonare sul palco, non ci interessava quanti dischi stavamo vendendo. Però siamo sopravvissuti, ci siamo resi ancora più indipendenti. Puntando soprattutto sulla dimensione live".

Quale consiglio darebbe ai giovani che vogliono iniziare a fare musica?

"Si fa musica per esigenza, bisogna rispettare il patto con se stessi. Se il pubblico non riconosce un atto di libertà in quello che stai facendo non ti sceglie. La musica è una sorta di scintilla di libertà. Gli unici numeri che hanno un valore durevole e sano sono legati alla sostenibilità dei tuoi concerti".

Cosa si deve aspettare chi assiste a un live dei Subsonica?

"Il nostro è un flusso più simile a una sorta di dj set, facciamo molta attenzione alla concatenazione energetica di come un brano entra in un altro. Meglio tenere i telefonini in tasca perché ci si trova coinvolti fisicamente. È anche una girandola di emozioni: si ride, si piange, si canta".

Cosa augura alla sua band?

"Noi calcoliamo la longevità in base alla durata della stessa formazione. Noi abbiamo 28 anni ma in realtà 27, l’unico gruppo con la stessa formazione più longevo sono i Pooh con 35. Mi auguro che i Subsonica possano arrivare a battere questo record".