BARBARA CALDEROLA
Economia

A scuola di "Intelligenza artigianale”: un corso per formare i talenti nel settore delle scarpe di lusso

L’iniziativa di Confindustria Alto Milanese, Louboutin e Roveda 1955: si impareranno management e manualità. Seicento ore in aula e quattrocento dentro le fabbriche di quindici realtà

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Silvia Paganini, presidente del Gruppo Moda di Confindustria Alto Milanese

Legnano (Milano) – “Intelligenza artigianale”, non artificiale. L’unica strada per uscire da una crisi che ha preso in contropiede il calzaturiero, specie il settore di lusso nel quale brilla il territorio dell’area fra Legnano e Parabiago, è rilanciare in termini di eccellenza e formazione di qualità. Per questo Confindustria Alto Milanese, in accordo con due marchi prestigiosi della zona, Christian Louboutin e Roveda 1955, investono sul saper fare, sulla manualità e sull’apprendimento in azienda. Nasce quindi il corso pionieristico “Shoes and leathergoods specialist for luxury industry”, specialista di scarpe e pelletteria per l’alta gamma del comparto. La definizione è inglese, ma l’esperienza è tutta italiana e comprende, oltre all’impegno dei due grandi brand come capofila, Afolmet, agenzia di formazione al lavoro della Città metropolitana, Università Cattolica e Istituto superiore legnanese Barbara Melzi.

L’idea viene dalle stesse aziende che partecipano all’iniziativa e punta a far nascere talenti con competenze trasversali. Non solo capacità pratiche, non solo formazione teorica. Manualità, tecniche, ma anche conoscenze gestionali. Un ibrido fra tradizione e innovazione fatto su misura per questo settore strategico. Sviluppo dei prodotti, tecnica, acquisti, fornitori, produzione e industrializzazione. Esperti da formare e inserire nelle aziende di quest’angolo di Lombardia che da decenni esporta in tutto il mondo. Seicento ore di aula, nella sede di Confindustria a Legnano, 400 ore di stage in 15 realtà produttive del territorio, partner del progetto. Si comincia il 4 novembre.

“Questo distretto è un sistema d’eccellenza, dotato dell’intelligenza artigianale che tutto il mondo ci invidia”, spiega Maurizio Carminati, presidente di Confindustria Alto milanese. “Un sapere, però, che in assenza di formazione che garantisca continuità e figure con competenze anche di gestione, rischia di disperdersi. Il progetto, messo in campo insieme alle griffe del territorio, calzaturifici, accessoristi e concerie, vuole fare in modo che tutto continui e si sviluppi. Siamo riusciti a fare dialogare anime diverse, talvolta concorrenti, unite nell’obiettivo per trovare la soluzione a un problema che è di tutti”.

Solo nell’area dell’Alto Milanese operano oltre 190 imprese del comparto lusso e pelletteria, che valgono gli stipendi mensili di ben 3.573 addetti e fatturano 829 milioni di euro, molti dei quali in arrivo da clienti esteri. “Un patrimonio che non può scomparire – dice Silvia Paganini, presidente del Gruppo Moda dell’associazione datoriale -. Vogliamo offrire ai giovani un percorso professionale solido e appagante”.