
Mauro Sangalli (Unione Artigiani)
Lodi, 2 gennaio 2021 - L’anno appena iniziato non sarà esente da difficoltà dal punto di vista economico, ma ci sono alcune eredità del 2020 che sono invece positive e avranno un ruolo centrale. Questa è l’opinione delle associazioni di categoria degli artigiani lodigiani a proposito del 2021 che, come ha ricordato il segretario generale di Confartigianato provinciale Vittorio Boselli "si porta dietro tante difficoltà, ma anche due eredità positive, ossia l’attenzione dei consumatori alle attività locali e il dialogo fecondo con gli enti locali instauratisi in questi ultimi difficili mesi. La sospensione dei sussidi e lo sblocco dei licenziamenti tra qualche mese porteranno però problemi".
Mauro Sangalli, segretario di Unione Artigiani e Imprese Lodi si è soffermato anche su altri aspetti: "Sicuramente lo sblocco dei licenziamenti nella primavera prossima, che interessa non tanto l’artigianato quanto la grande industria, porterà a una riduzione dei consumi – ha detto – e sarà fondamentale anche una gestione oculata delle risorse ottenute nell’ambito del Recovery Fund, che dovranno essere bene orientate verso progetti a medio e lungo termine. Penso che a livello nazionale vadano istituite misure per sostenere gli investimenti e ridurre burocrazia e pressione fiscale e che il nostro territorio debba decidere che cosa vuole fare da grande, se ampliare la logistica, accogliere nuove imprese e recuperare aree dismesse, per creare lavoro e ricchezza". Entrambi hanno sottolineato le grandi criticità che la pandemia ha portato con sé: Boselli ha ricordato l’adesione da parte del 95,8% delle imprese iscritte a Cassa Integrazione e Fondo di Solidarietà Bilaterale per l’Artigianato (FSBA), e indica come il settore che ha sofferto di più quello dei servizi alla persona, in particolare quello di parrucchieri ed estetisti.
Lo stesso individuato da Sangalli, che ha evidenziato invece "una tenuta del manifatturiero e una ripresa dell’edile grazie alle ristrutturazioni" e ha criticato "il terrorismo mediatico e la grande caoticità nei processi decisionali del Governo, che ha portato spesso a chiusure all’ultimo momento e che non hanno premiato settori, come quello delle estetiste, che hanno investito somme considerevoli per adeguarsi ai protocolli del Comitato Tecnico Scientifico".