Lodi, 19 aprile 2024 – Quasi come se fosse stato un traffico di esseri umani, un cittadino pakistano e uno afghano hanno attuato un sequestro di persona a scopo di estorsione senza esimersi da ulteriori reati come il reato di violenza sessuale e di lesioni, nei confronti di una minore siriana.
Due sono stati individuati e arrestati dalla polizia di Lodi, grazie a un lavoro di coordinamento che ha visto collaborare la locale Procura della Repubblica e la Procura della Repubblica presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna.
I soggetti in questione si sono resi responsabili dei reati di sequestro di persona a scopo di estorsione, violenza sessuale, lesioni e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, ai danni di una minore di origine siriana.
Una famiglia in fuga dalla guerra e dal terremoto
La vicenda ha preso il via il 30 maggio 2023 quando la squadra mobile di Lodi ha rinvenuto la vittima in stato shock, abbandonata in una località periferica della città: il ritrovamento ha fatto scattare le indagini, culminate con il provvedimento transnazionale emesso dal GIP del Tribunale di Bologna nei confronti dei due uomini (individuati) e di una donna di origine albanese (ancora ricercata).
Dai primi accertamenti era emerso che la minore, insieme ai propri familiari, tutti cittadini siriani rifugiati in Turchia a causa della guerra, avevano intrapreso il viaggio dalla Turchia verso la Germania dopo il grave terremoto del 6 febbraio 2023, affidandosi ad un gruppo di trafficanti. La famiglia, composta da padre, madre, sorella, fratello e nonna, era stata prelevata in Slovenia e fatta salire su due diverse autovetture.
Il viaggio clandestino per l’Europa
Cominciava così il viaggio, divisi sulle due auto: varcato il confine italiano, il padre e il fratello erano stati abbandonati nei pressi di una piazzola di sosta dell'autostrada in provincia di Udine, mentre il resto del nucleo familiare, a bordo dell'altra autovettura, era stato condotto presso una zona rurale in provincia di Reggio Emilia, da dove la giovane, con un pretesto, era stata poi allontanata e condotta presso un'altra abitazione.
Da qui è cominciato l’ennesimo incubo per la giovane ragazza: dopo essere fuggita da una guerra, da un terremoto di magnitudo 7.8, da un viaggio infinito e divisa dalla famiglia, la minore siriana è stata costretta a chiedere al padre una somma di denaro per la sua liberazione, poi è stata abusata e percossa da uno dei trafficanti, tanto da riportare la frattura dell'avambraccio.
Avvenuto il pagamento del riscatto, la minore è stata fatta salire di nuovo in auto per poi essere abbandonata a Lodi, nelle immediate vicinanze della tangenziale e successivamente soccorsa della Polizia Locale nei pressi di un distributore.
Le indagini e gli arresti
L'attività d'indagine, già difficile per gli innumerevoli eventi successi, è incappata anche nella difficoltà linguistica della minore nel farsi capire: dalle parole della ragazza gli inquirenti hanno individuato le due autovetture di grossa cilindrata con le quali la famiglia era stata condotta in Italia.
La comparazione delle immagini delle telecamere acquisite durante il viaggio e il monitoraggio dei social network, ha consentito di individuare i tre trafficanti. È stato accertato che i tre soggetti svolgevano da tempo il ruolo di trafficanti di esseri umani sulla rotta balcanica: il primo di questi è stato quindi tratto in arresto dalla polizia croata proprio mentre trasportava sette clandestini a bordo di un'autovettura. Il secondo soggetto, invece, è stato arrestato da una pattuglia della Questura di Modena nel corso di un controllo di polizia.