LAURA DE BENEDETTI
Cronaca

Dopo lo scandalo delle piscine i lodigiani riscoprono l’Adda

Le spiagge sulle rive del fiume prese d’assalto dalle famiglie

I bagnanti in riva all’Adda si godono alcuni momenti di tranquillità in località La Cava (Cavalleri)

Lodi, 15 agosto 2016 - L'estate lodigiana è stata tormentata dal ‘caso piscine’ che ha portato in carcere e alla dimissioni il sindaco Simone Uggetti. Dei tre centri natatori comunali fino al 20 luglio c’era aperta solo la Faustina; poi, dopo due bandi a vuoto, ha aperto il Belgiardino che, oltre alle vasche per grandi e bimbi, vanta un grande parco. Chiuso invece lo storico impianto Concardi di via Ferrabini. La valvola di sfogo, per molti, è ancora il fiume Adda, con le sue spiagge ghiaiose e supereconomiche.

A parte i servizi igienici, in fondo, non manca nulla: c’è persino l’immigrato che cerca di vendere occhiali da sole e collanine; il resto ce lo si porta da casa. Una via di mezzo è offerta dal bar La Cava, tra Lodi e Boffalora: area verde, noleggio sdraio, bar e ristorante: «È quasi come essere al mare – assicura Lia Radavelli, che gestice il locale da 36 anni, coi figli –. Vicino a Lodi è l’unico posto sull’Adda col verde curato, pulito e il bar vicino: arriviamo anche a un centinaio di persone». Chi invece si porta tutto da casa si sposta poco più avanti, in località Due Acque. «Vengo qui perché ho il cane – spiega Francesco Apicella, di Tavazzano –. Il brutto sono i cumuli di spazzatura che si trovano al parcheggio, anche se è già tanto che la gente li raccolga. In ogni caso servirebbero un wc chimico e una pattumiera». «Frequentiamo questa spiaggia da tre generazioni, per noi è un posto del cuore – afferma Cristina Cantinotti, di San Martino -: è una meraviglia e ci dispiace vederla in questo stato. Innanzitutto, come sul Trebbia, dovrebbero mettere il divieto di usare la carbonella. Inoltre non c’è mai una guardia e non si provvede a rimuovere i tronchi caduti che poi, con le piene, finiscono sotto il ponte».