Lodi, 28 novembre 2024 – “Le api sono messe in pericolo dal cambiamento climatico, allevarle è un dovere oltre che una passione”. A sostenerlo sono tre giovani che stanno proseguendo la formazione per diventare apicoltori grazie al progetto “Agricolture sociali" avviato da Fondazione Comunitaria.
La sfida vede impegnati Camilla Gatti, 30 anni, di Lodi, Domitilla Missaglia, 30 anni trasferita a Lodi dalla Liguria e Riccardo Giardina, 24 anni, di Borghetto Lodigiano. Ad ognuno di loro, dall’inizio dell’estate, sono state assegnate quattro famiglie di api e un tutor, nella persona di Enrico Castelvecchio della Cooperativa sociale “Il Pellicano” di Castiraga Vidardo. Le api sono state poi da loro collocate a SanfereOrto a Lodi e hanno iniziato ad accudirle part-time ogni settimana.
Le testimonianze
“Ho saputo del progetto grazie al passaparola – racconta Camilla Gatti –. Nella comunità terapeutica dove lavoro a Pieve Fissiraga avevamo fatto esperienza con due famiglie di api e quindi mi è piaciuta l’idea di mettermi alla prova da sola. Qualche anno fa avevo paura di questi animali, adesso li sto riscoprendo. Sono preziosi e speciali, ogni giorno ti fanno scoprire cose nuove sul loro sistema di vita”.
“Le api sono sempre state una delle mie passioni – racconta invece Domitilla Missaglia – tanto che mi sono laureata qualche anno fa in Allevamento e benessere animale. Anche se non sono riuscita a proseguire in questa carriera, è sempre stato il mio sogno accudire degli animali e quando sono venuta a conoscenza di questo progetto, ho deciso subito di candidarmi. Passare del tempo in mezzo alla natura e agli animali mi rende felice e mi auguro di continuare a lungo”.
Motivazioni analoghe a quelle di Riccardo Giardina. “Tramite i canali social ho visto l’opportunità di aderire a questo progetto e ho subito mandato la mia candidatura sperando in una risposta positiva – racconta –. L’ho fatto perché le api mi piacciono visto che sono importantissime per l’uomo e il mondo intero. Mi hanno appassionato così tanto per diversi aspetti: la loro grande famiglia, i loro comportamenti, le loro abitudini, la loro comunicazione”.
Riccardo ora lavora come operaio ma sogna di diventare apicoltore. “Ho sempre avuto la passione per la natura e la campagna – conclude – Quando trascorri del tempo a lavorare con le famiglie, provi una sensazione di libertà unica e ti immedesimi nella loro situazione. Senza api prima o poi la vita finirà, quindi bisogna incentivare le nuove generazioni ad occuparsi di loro. Così scopriranno direttamente un mondo fantastico”.