Lodi, 22 luglio 2024 – Api come passione, ma anche possibile fonte di reddito? I giovani lodigiani accettano la sfida. Ci sono infatti tre aspiranti apicoltori, in via di formazione, grazie al progetto AgriCULTURE SOCIALI 3.0.
Il progetto
È avviato da Fondazione Comunitaria con il sostegno di Fondazione Cariplo, Fondazione di Beneficenza - Intesa San Paolo e Fondazione Peppino Vismara. Coinvolge quattro partner: Cooperativa Sociale L’Officina di Codogno, Fondazione Caritas Lodigiana, Movimento Lotta alla Fame nel Mondo e Cooperativa Sociale Il Pellicano di Castiraga Vidardo.
I protagonisti
Sono due ragazze e un ragazzo. Sognano di trasformare questa passione in un’occasione di reddito integrativo. I tre candidati sono stati selezionati da Enrico Castelvecchio, della comunità di Castiraga Vidardo Il Pellicano, che si occuperà della loro formazione e hanno già cominciato a lavorare.
C’è Riccardo Giardina, 24 anni, di Borghetto Lodigiano, che aveva già iniziato a prendersi cura di una famiglia di api. Lavora come operaio ma ha preso un pezzo di terra dove ha posizionato la sua arnia con famiglia e poi l’ha sdoppiata. Poi c’è Camilla Gatti, 30 anni, di Casaletto Ceredano, che ha già collaborato con la comunità Il Gabbiano per la gestione delle arnie. Infine c’è Domitilla Missaglia, 30 anni, di Lodi, che ha una laurea in allevamento e benessere alimentare.
L’obiettivo
I tre allievi smieleranno nei laboratori del Pellicano e se saranno fortunati e bravi, potrebbero arrivare a fare una media di 20 chili di miele per famiglia, pari a 40 vasetti. Si ipotizza che arrivino a 80-100 chili di produzione ciascuno, che al prezzo di 12 o 14 euro al chilo, significa un introito tra 800 e 1.000 euro. Potrebbe essere l’inizio di una nuova attività, anche grazie al modulo formativo di avvio d’impresa che seguiranno grazie all’Officina di Codogno. Soprattutto un aiuto concreto per realizzare uno dei loro sogni.
Parla l’esperto
“I candidati hanno conoscenze di base consolidate e quindi con loro si può lavorare al meglio – spiega Enrico Castelvecchio, il loro tutor - . Abbiamo già tenuto una serie di incontri conoscitivi e nel fine settimana abbiamo inserito le dodici famiglie. Sono stato dall’apicoltore a Casteggio nella tarda serata del 19 luglio, a prendere le famiglie”.
Le api
Ogni famiglia è composta da sette o otto telaini, con relativi favi, che sono quattro di covata e tre o quattro di scorte. Le 12 famiglie sono state posizionate di sera sopra le arnie, in modo che le api si potessero ambientare e il giorno successivo inserite, sfruttando le ore più calde del giorno. A novembre ci saranno il blocco di covata naturale della Regina, l’ultimo trattamento, la fase dell’invernamento. Fino a marzo 2025, quando si passerà allo svernamento e si scoprirà se le famiglie hanno superato l’inverno e possono cominciare la nuova stagione con la fioritura della robinia, per andare a raccolto e poi essere divise per arricchire l’allevamento.
L’opportunità
Ogni nuovo apicoltore avrà a disposizione quattro famiglie. Ci saranno visite settimanali, specie nel periodo di fine luglio e agosto, per tenere monitorato l’ambientamento.
“L’obiettivo di questo corso di formazione è quello di fornire ai tre allievi la strumentazione e l’attrezzatura personale necessari per iniziare la loro attività, insieme con supporto e assistenza continui per un anno – insiste il tutor Enrico Castelvecchio - . La speranza è che arrivino alla fine del percorso con un quantitativo di miele prodotto che permetta loro di arrotondare il proprio reddito e dare la possibilità di ampliare le famiglie”.