Lodi, 24 gennaio 2020 - Assolto perché il fatto non sussiste. Si è chiuso con una sentenza di assoluzione, per quanto riguarda il primo grado di giudizio, il caso dell'oste Mario Cattaneo. L'uomo (69 anni), titolare dell’osteria dei Amis di Gugnano, frazione di Casaletto Lodigiano era a processo a Lodi per eccesso colposo di legittima difesa. La sera del 10 marzo 2017 aveva ucciso con un colpo di fucile uno dei ladri - Petre Ungureanu, 32enne di origine romena - che si era introdotto nella sua proprietà per derubarlo.
Il giudice Francesca Lisciandra ha accolto le richieste della difesa. Per l'accusa l'oste non avrebbe detto tutta la verità su quanto accaduto nella notte tra il 9 e il 10 marzo 2017 e per questo il pm aveva chiesto 3 anni. Per il pubblico ministero sarebbero stati due e non uno i colpi fatti partire dall'oste quella notte. "Cattaneo ha agito in legittima difesa, ma ha ecceduto nei limiti - ha detto in aula il pm -. È stato lui a mettersi in una situazione di pericolo sfondando la porta bloccata dai ladri". Di tuttaltro avviso la difesa, le cui istanze sono state accolte dal giudice. Mario Cattaneo così si ha commentato la propria assoluzione: ''Più passava il tempo -dice- più non riuscivo a vedere la fine. Mi è sembrato di essere di fronte a un plotone di esecuzione. Neanche alla peggiore bestia feroce auguro di soffrire quello che ho sofferto io''. Quello che non riesce a capire è perchè solo una parte della politica gli sia stata vicino in questi anni ''io -sottolinea- non ho mandato via nessuno, ero aperto a qualsiasi dialogo e qualsiasi modo di esprimersi mi avrebbe fatto piacere. Invece nulla. Certe situazioni bisogna provarle, bisogna viverle per capire. E invece solo da una parte politica mi ha aiutato''. In questi anni ha rivissuto spesso quegli attimi di terrore e per difendersi da possibili nuovi furti ha aperto largamente il portafoglio: ''ho speso in antifurti oltre 20 mila euro, per non parlare del resto''. Certo, Petre Ungureanu che aveva 32 anni e che morì in quella notte, dalla mente del ristoratore non potrà mai più andare via ''la prima cosa che ho fatto dopo l'assoluzione -dice- è stata di andare in chiesa e di pregare anche per lui''.
«La Procura deciderà se ricorrere in appello o no». Lo ha spiegato il procuratore della Repubblica di Lodi, Domenico Chiaro dopo l'assoluzione in primo grado di Mario Cattaneo. «Non c'è nessuna decisione automatica in relazione all'esito della sentenza - ha aggiunto Chiaro -. Leggendo le motivazioni verificheremo se sono state prese in considerazione tutte le nostre motivazioni e come il giudice ha ritenuto di ricostruire i fatti e di giungere a questa conclusione. E solo con uno studio approfondito della sentenza che si potrà stabilire se fare appello o no. Se riterremo adeguate le motivazioni del giudice ovviamente non faremo appello».
«Comunque rimangono dubbi - ha concluso il procuratore -. E rimane impensabile che il complice del ladro che stava colluttando con Cattaneo non abbia avuto timore a voltare le spalle ai due contendenti e non sia, invece, intervenuto a dar man forte ai compagni». Le motivazioni della sentenza saranno pronte tra 90 giorni.