NICOLA PALMA
Cronaca

Bidello in malattia per cinque anni (a stipendio pieno), ma i tumori erano inventati: “Restituisca 115mila euro”

Il 49enne malato immaginario lavorava all’istituto scolastico Cazzulani di Lodi: aveva raggirato anche il medico di base con finti referti di visite specialistiche

Il collaboratore scolastico dell’istituto Cazzulani di Lodi ha incassato lo stipendio per cinque anni senza mai lavorare

Il collaboratore scolastico dell’istituto Cazzulani di Lodi ha incassato lo stipendio per cinque anni senza mai lavorare

Milano, 8 novembre 2024 – Il conto per il bidello malato immaginario è salatissimo: deve restituire al Ministero dell’Istruzione e del Merito i 115.711,93 euro illecitamente incassati tra il giugno 2018 e il maggio 2023.

L’ex collaboratore scolastico W.M., nativo di Taurianova e residente a Cornegliano Laudense, non si è neppure costituito in giudizio, tanto che la Corte dei Conti lo ha dichiarato contumace. Stando agli accertamenti della Guardia di Finanza, che hanno portato anche a due indagini penali per truffa e contraffazione e alterazione di documenti medici, il quarantanovenne (finito ai domiciliari un anno fa) ha finto per cinque anni di essere gravemente malato, percependo lo stipendio pieno dall’istituto scolastico Cazzulani di Lodi pur restando sempre a casa.

Gli accertamenti

Le indagini delle Fiamme Gialle hanno accertato che W.M., in servizio dal 2013, ha ottenuto nel 2018 il riconoscimento di invalido civile al 100% e di portatore di handicap grave; due anni dopo, in sede di revisione, l’handicap è stato ritenuto meno grave e la percentuale di invalidità dimezzata al 50%. Come ci è riuscito? Presentando cinque referti di visite mediche, di cui tre relativi a esami “mai effettuati” e “due manomessi al fine di riportare una diagnosi di aggravamento delle patologie che di fatto non si era mai realizzato”.

Raggirato anche il medico di base

Grazie alle esenzioni di invalidità del “sistema Siss della Regione Lombardia” e al certificato di uno specialista (che ha poi smentito ai militari di averlo mai rilasciato), l’uomo si è fatto rilasciare dal medico di base (a sua volta raggirato) i documenti presentati dal 2018 al gennaio 2021 all’istituto scolastico che riportavano la diagnosi “terapia antalgica salvavita”, vale a dire “una diagnosi attinente a una neoplasia (identificata talvolta come “melanoma”, talaltra come “linfoma”, ovvero “osteosarcoma” o “basocellulare”) o con un generico riferimento a “radioterapia””.

Stesso schema adottato nel periodo compreso tra il gennaio 2021 e il 24 maggio 2023: in quel caso, i certificati parlavano di “radioterapia”, “osteosarcoma in accertamento” e “cardiopatia ipertensiva in Osas”. Malattie inserite nella casistica “Patologia grave che richiede terapia salvavita”, che per l’articolo 17 del contratto collettivo nazionale prevedono “il versamento della retribuzione piena”. Peccato che fosse tutto inventato.

Le motivazioni della Corte dei Conti

“La condotta illecita – si legge nelle motivazioni del verdetto dei giudici contabili – è connotata dal dolo”. Di più: “Sussiste anche il nesso causale tra la condotta illecita e il danno subìto dall’amministrazione, in quanto la presentazione di falsi certificati di malattia grave ha consentito al convenuto di percepire indebitamente, in mancanza di qualunque prestazione lavorativa, il 100% della retribuzione”.

Conclusione: “Tale esborso costituisce danno per l’amministrazione, in quanto erogato senza controprestazione e in mancanza dei presupposti richiesti dal contratto nazionale per la tutela del lavoratore infermo e bisognoso di cure continuative e invalidanti”.