
Vittorio Codeluppi di Asvicom
Lodi - C’è chi ha postato un avviso sui social per avvisare la propria clientela: si chiude prima per ridurre il caro bolletta. Ma c’è anche chi non accende le luci in vetrina, chi rinegozia i contratti e chi chiede che l’ora solare venga prolungata, per non piombare nel buio già alle 17. "Da oggi, dopo 23 anni e 8 mesi di onorato servizio fino alle ore 19.30, chiuderemo alle ore 19. Ragioni di consumo energetico, della serie: si taglia dove è meno doloroso tagliare" hanno scritto sui social le due titolari della libreria Sommaruga. Ma ovviamente le due libraie non sono le uniche.
Da oggi scatta il nuovo metodo di calcolo per le bollette introdotto da Arera (il costo della componente materia prima nelle bollette del gas sarà calcolato sulla media mensile dei prezzi effettivi del mercato all’ingrosso italiano, e non più sulle quotazioni internazionali del Ttf di Amsterdam) che riguarda comunque chi ha le bollette a prezzo fisso, non tutti. Asvicom ha compiuto ieri un giro di telefonate di “monitoraggio“ della situazione tra gli esercenti del centro, e le modalità di reazione sono diverse. Un negozio di indumenti, ad esempio, non tiene più le luci della vetrina accese e ha rinegoziato le tariffe coi propri fornitori elettrici, ottenendo un prezzo fisso. Una celebre catena di vestiario non tiene più i fari accesi anche la sera, oltre l’orario di chiusura. C’è chi spegne le luci a ogni raggio di sole e comunque ha solo lampadine a basso consumo, chi cerca di lanciare sconti per attirare la clientela.
Tra i bar , c’è chi evita di accendere apparecchi come la friggitrice, chi aveva ridotto al minimo l’aria condizionata: tutti infatti lamentano di aver già subito rincari attorno al 60%. Finora hanno cercato di contenere i prezzi ma chiedono più eventi, per lavorare al massimo; qualcuno è pronto a scendere in piazza per protestare, qualcun altro conta di arrivare, a queste condizioni, al massimo ad aprile. C’è poi chi vende alimenti e ha i frigoriferi accesi e non ha potuto evitare rincari di generi che già arrivano con prezzi maggiorati.
«In questo momento di estrema difficoltà le aziende stanno cercando di fare micro interventi di ottimizzazione senza adottare comportamenti tragici che non appartengono alla categoria – afferma Vittorio Codeluppi di Asvicom –. Si tratta di piccole migliorie per tentare di contenere i consumi. Sarebbe auspicabile un intervento normativo che autorizzasse la riduzione dei consumi. Ad esempio ridurre la temperatura dei frigoriferi. La catena del freddo è stata pensata in regime di abbondanza, con un atto normativo si potrebbe alzare la temperatura mantendo la qualità della conservazione. Il problema c’è, cerchiamo di affrontarlo nel modo migliore possibile. Oggi ero al Bennet di San Martino e la corrente è saltata più volte. Non so il perché, ma la gente in fila commentava: “Ecco, ci ci siamo, ora cominciano a spegnere i supermercati“".