CARLA PARISI
Cronaca

Lodi, travolto in bicicletta da un'auto: morto l'ex presidente del Tribunale

Arrestato il conducente dell'auto che l'ha investito. Guidava ubriaco

Bruno Apicella

Lodi, 3 aprile 2018 - È stato arrestato con l’accusa di omicidio stradale il trentenne che domenica sera ha investito e ucciso praticamente sul colpo l’ex presidente del Tribunale di Lodi Bruno Apicella, 84 anni compiuti lo scorso dicembre, che stava transitando in viale Rimembranze in bicicletta con la moglie, ricoverata all’Ospedale Maggiore per un trauma alla spalla ma non in pericolo di vita. I carabinieri della Compagnia di Lodi hanno accertato che M.A. – queste le iniziali del conducente del veicolo che ha causato il tragico incidente, una Volkswagen Golf – al momento del sinistro transitava con un tasso alcolemico tre volte superiore a quello massimo consentito dalla legge per circolare in automobile. Una volta ammanettato il giovane ha dichiarato di non avere visto i ciclisti ed è stato trasportato nel carcere di Lodi.

A una morte così fulminea, sopravvenuta troppo in fretta anche per il tempestivo arrivo dei soccorsi, si contrappone il ricordo indelebile e duraturo di un uomo, un padre e un professionista che ha saputo lasciare un segno in tutte le persone che ha incontrato nelle aule del Tribunale di Lodi, che ha diretto dal 1995 al 2006: «Un grande uomo e un nonno straordinario – commenta in lacrime Michele Apicella, uno dei tre figli del magistrato e avvocato di Lodi che tra gli altri casi ha assistito Gianpiero Fiorani –. Sono tornato subito da Santo Domingo con il primo aereo. Una tragedia assurda che è accaduta proprio davanti a casa dei miei genitori. Mio padre è stato un uomo molto apprezzato da tutti quelli che lo hanno conosciuto. Sono stato un figlio molto fortunato». Altrettanto commosso è il ricordo di Manuela Minojetti, consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Lodi: «Ho conosciuto Bruno Apicella negli anni Novanta, quando ho iniziato la pratica professionale e lui si è insediato come presidente – racconta – era una persona di grande sensibilità e molto simpatica, che metteva la sua napoletanità (era originario di Cava dei Tirreni, ndr) nelle cose, ed era anche un professionista molto preparato e disponibile, che cercava di risolvere i problemi senza perdere la delicatezza. Si occupava di questioni di diritto sia penale sia civile e lavorava in particolare sulle separazioni. La sua scomparsa è motivo di grande dolore per me e per tutti i miei colleghi, e insieme porgiamo le nostre più sentite condoglianze alla sua famiglia».

Il magistrato lascia tre figli e una moglie, Elena, trasportata all’Ospedale Maggiore con un trauma alla spalla ma non in pericolo di vita e anche lei una figura nota in città per il suo impegno come insegnante del doposcuola popolare alla Casa del Quartiere, nel rione San Fereolo: «Ho appreso la notizia del tragico incidente attraverso i giornali – racconta Tata Dedè dell’associazione Pierre, che organizza le attività di doposcuola – e porgo a Elena le più sentite condoglianze. È un’ex insegnante molto capace e brava a lavorare con i bambini».

ha collaborato Carlo D’Elia