Lavoratori impegnati anche tre volte oltre l’orario previsto dal contratto nazionale di lavoro sono stati scoperti dalla guardia di finanza di Lodi con l’operazione “Agros”. Emerge così un quadro di caporalato dai contorni inaspettati. L’accertamento condotto in porto dal comando provinciale delle fiamme gialle si è concluso con la notifica di una misura cautelare personale, del divieto di esercitare l’attività imprenditoriale, per la durata di un anno, a carico di un imprenditore agricolo del Lodigiano. Il provvedimento è stato eseguito nei giorni scorsi, in particolare, all’interno di un’azienda agricola della provincia di Lodi. Durante le verifiche, che hanno riguardato diversi anni di “vita” dell’impresa agricola, sono state scoperte anche punte di lavoro di 512 ore mensili, rispetto alle 169 previste dal contratto nazionale del lavoro e quindi, a tutela dei lavoratori, sono state fermate le attività. Dalle indagini è infatti emerso che, nei mesi della raccolta, i dipendenti lavorassero, senza la possibilità di fruire di permessi o riposi. Tale eccedenza di ore di lavoro, non dichiarata ai competenti uffici finanziari e previdenziali, avrebbe riguardato, dal 2017 al 2023, un complessivo numero di 1.054 posizioni lavorative irregolari, con un’evasione contributiva e fiscale quantificata, sempre dalla guardia di finanza di Lodi, in circa 3 milioni di euro.
A molti dei lavoratori interessati dagli accertamenti, pressochè tutti di origine extracomunitaria e dediti alla coltivazione e alla raccolta degli ortaggi, in base a quanto ricostruito dalla finanza, sarebbero peraltro state fornite soluzioni alloggiative precarie, degradanti e sovraffollate, facendo anche pagare una quota relativa alla concessione del posto letto e delle utenze (il tutto, decurtando lo stipendio, come si pagasse un affitto). La misura cautelare è stata decisa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lodi. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lodi ed eseguite dal nucleo di polizia economico-finanziaria di Lodi, con la collaborazione di ispettori dell’Inps, hanno fatto scattare il divieto di esercitare l’attività imprenditoriale per la durata di un anno. Il titolare dovrà quindi fermare il lavoro per 12 mesi. L’operazione “Agros” aveva la finalità di combattere le prassi del mondo agricolo che, oltre a penalizzare i lavoratori e l’equità sociale, costituiscono un grave ostacolo allo sviluppo economico e distorce la concorrenza. Il quadro probatorio ha indotto l’Autorità Giudiziaria a formulare l’ipotesi di reato prevista dall’articolo 603 bis del Codice Penale (intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro) a carico del rappresentante legale dell’azienda agricola. Secondo gli inquirenti, l’indagato avrebbe fatto sistematico ricorso all’utilizzo di manodopera irregolare per la coltivazione e la raccolta di ortaggi. Ora l’uomo dovrà difendersi da queste accuse davanti al giudice. Resta il pesante provvedimento che ha colpito la sua impresa. I controlli del settore proseguiranno per continuare a combattere il fenomeno del caporalato anche se, al momento, si tratterebbe di aver scoperto un caso isolato. Non ci sono infatti ulteriori provvedimenti in merito.