PAOLA ARENSI
Cronaca

Cardiologia, l’Asst di Lodi festeggia numeri da record in Italia

Il primario Mazzarotto: “Garantiamo un’alta qualità di cure per ogni complessità. Merito è del nostro reparto se il Maggiore è premiato dalle classifiche nazionali”

Il primario Pietro Mazzarotto

Il primario Pietro Mazzarotto

Lodi, 30 novembre 2024 – Sono aumentate del 20%, nel triennio 2021-2023, le prestazioni della Cardiologia dell’Asst di Lodi. “C’è stato il recupero e un superamento del volume di prestazioni rispetto al periodo pre Covid, principalmente all’Ospedale Maggiore e nel presidio di Codogno”, spiega Pietro Mazzarotto, direttore della Cardiologia.

Dai dati Agenas del Programma Nazionale Esiti “l’ospedale di Lodi – aggiunge il primario – è nei piani alti della classifica in Italia negli ambiti assistenziali di massimo impatto sulla salute, e la Cardiologia ha giocato un ruolo determinante. Per esempio abbiamo confermato il massimo livello di qualità già raggiunto lo scorso anno, garantendo la rivascolarizzazione, entro i 90’ dall’esordio della patologia, al 70-80% dei nostri pazienti”.

“Tutti i cardiologi della nostra équipe – ricorda ancora Mazzarotto – oltre a svolgere le attività di base, esercitano regolarmente un’attività di branca specialistica, garantendo così una elevata qualità di cure per ogni complessità. E poi c’è la conferma che in ambito di emodinamica, di elettrofisiologia e di diagnostica, dopo aver introdotto tecniche e metodiche innovative, non abbiamo nulla da invidiare ai maggiori centri lombardi”.

Gli infarti del miocardio trattati nel 2023 sono stati oltre 500, fra cui un centinaio complicati da grave insufficienza cardiaca e salvati. Nel 2019 erano stati circa 80. E poi il dato relativo alla mortalità a 30 giorni dall’esordio dell’infarto, incluse le forme più gravi: nel 2019 era al 13%, nel 2023 si è scesi di tre punti. Ugualmente, si è ridotta, di tre punti, la mortalità dell’infarto a un anno. Anche i ricoveri per scompenso cardiaco, prima causa di morte, sono aumentati dai 250 del 2022 ai 325 del 2023. E la mortalità a 30 giorni è rimasta inalterata, intorno all’8%.