Casaletto Lodigiano (Lodi) - L’oste di Casaletto Mario Cattaneo, alla notizia della richiesta di rinvio a giudizio dei tre romeni di età compresa tra i 35 e i 43 anni che il 10 marzo 2017 insieme al 32enne romeno Petre Ungureanu (il quale perse la vita quella notte a seguito del colpo di fucile sparato dal ristoratore) avrebbero dato l’assalto alla sua osteria, commenta con poche parole.
"Non pensavo più a questo, ero in attesa dell’udienza alla Corte d’appello di Milano richiesta dalla Procura di Lodi dopo la mia assoluzione e non so cosa dire. Mi affido alla giustizia. Nel frattempo sento vicini ancora alcuni politici e cittadini che non mi hanno mai abbandonato nonostante il passare del tempo". A fine gennaio 2020 il ristoratore era stato assolto, in Tribunale a Lodi, con formula piena, dall’accusa di eccesso colposo di legittima difesa. Era finito alla sbarra per la morte, con un colpo di fucile partito dalla propria arma, durante quella che venne definita una colluttazione con gli intrusi, appunto del romeno Petre Ungureanu, la cui famiglia chiede giustizia e si è costituita parte civile. Ma la Procura vuole andare avanti. In merito, invece, al possibile processo per i tre romeni, ad oggi irreperibili, accusati di aver scassinato, di notte, l’osteria, l’avvocato di Cattaneo, Vincenzo Stocchino considera che "in quanto ai tempi, va detto che le indagini sono state complesse e quelle preliminari sono terminate a settembre 2021".
«Di conseguenza – aggiunge –, poi la Procura di Lodi ha chiesto di fissare l’udienza preliminare. Ha inciso anche la sospensione delle attività dovuta alla pandemia Covid. Comunque sia, questo della richiesta di rinvio a giudizio per i tre indagati è un passo avanti rispetto alla giustizia. Mario e figlio si sono costituiti parte civile". Martedì l’udienza preliminare è stata sospesa per un anno perché, di fatto, non vi è prova della conoscenza del processo medesimo da parte degli imputati. "Questo perché le notifiche sono state fatte senza consegna brevi manu e in Romania" ribadisce. C’è inoltre un particolare per cui il legale si dice sorpreso: "La cosa che stupisce, anche se solo fino a un certo punto, è che uno degli imputati è uno dei fratelli dell’uomo morto nella rapina, non quello venuto nel processo, ma comunque uno di quelli che si era costituito parte civile chiedendo un risarcimento di 330mila euro a Cattaneo".
Il giudice ora ha dato mandato alla questura di Lodi per rintracciare, con autorità consolare e Interpool, i tre indagati e poi riprendere l’udienza preliminare e il processo vero e proprio. "Saranno fatte verifiche, perché non si sa dove siano questi tre soggetti. Uomini che non sono incensurati, ma hanno precedenti specifici- specifica l’avvocato –. Comunque, per riconoscerli, anche casualmente, a un comune posto di controllo, si dovrebbe arrivare a chiedere impronte e non sarà quindi facile rintracciarli". La ricerca è stata estesa sia all’Italia, dove i tre interessati potrebbero trovarsi ancora, che all’estero.