Casaletto Lodigiano (Lodi), 26 gennaio 2020 - Dopo la sentenza dice di aver dormito tranquillo, consapevole che un capitolo importante della sua vita è finalmente alle spalle. Mario Cattaneo, 69 anni, l’oste di Gugnano assolto con formula piena, venerdì, in tribunale a Lodi, dall’accusa di eccesso colposo di legittima difesa per aver ucciso con un colpo di fucile partito accidentalmente il 32enne Petre Ungureanu, uno dei ladri che si era introdotto nella sua proprietà la notte del 10 marzo 2017, già ieri aveva il volto sicuramente più rilassato e sorridente rispetto a qualche giorno fa.
Come sempre tra i fornelli della sua cucina dell’osteria dei Amis, tra un risotto al Castelmagno e una polenta con brasato. "Ho dormito abbastanza tranquillo – ha raccontato Cattaneo –. Ieri (venerdì per chi legge, ndr ) è stata una delle giornate più difficili delle mia vita". Appena rientrato dal tribunale di Lodi, intorno alle 16.30 di venerdì, ha prima abbracciato sua moglie Fiorenza, il figlio Gianluca e i nipotini che tanto ama, poi si è diretto in chiesa per pregare. "Ho chiesto a don Gianni (Zanaboni, ndr ) di aprire la chiesa di Gugnano perché avevo bisogno di pregare e meditare – ha proseguito l’oste –. Ho trascorso una mezz’oretta in tranquillità dopo tutto quello che era successo. Ho pregato anche per Petre Ungureanu. Sono cattolico e qualche volta prego lui. Ma non mi sento in colpa". Nella serata di venerdì poi all’osteria dei Amis si è riunito un gruppetto di amici, almeno quelli più intimi, insieme alla famiglia dell’oste, e hanno festeggiato mangiando salame e bevendo un bicchiere di vino. "Per tutta la serata di venerdì ho ricevuto chiamate da diversi parti d’Italia – ha rivelato ancora Mario Cattaneo sempre con il suo grembiule da cuoco addosso –. Ho ricevuto anche il messaggio di Matteo Salvini che ha detto di essere felice per l’assoluzione. Un uomo, italiano che vive in Inghilterra, mi ha chiamato per congratularsi con la sentenza d’assoluzione. Così sono andato avanti fino alle 23 tra la sala e il telefono". In questi anni a Cattaneo non è mai mancato il sostegno della gente comune.
«Sono stati tre anni da incubo, ma le ultime due ore sono state le peggiori, durissime – ha aggiunto ancora l’oste lodigiano –. Io non ho ucciso. Sono stato trascinato, malmenato, in casa mia. E mentre prendevo botte da un ladro, mentre tentava di sfilarmi il fucile è partito il colpo che ha ucciso uno dei complici. Mi sono ritrovato sotto accusa, e in un’aula di giustizia. Io non avevo mai varcato la porta di un tribunale da imputato. Per me è stato difficile affrontare con tranquillità tutto quello che è ha travolto me e la mia famiglia. Ora cerco di tornare alla normalità". Ieri nel suo locale in via Lodi è stato un via vai costante di clienti. Nella saletta gli amici che hanno sempre creduto nella sua assoluzione. "Mario è una persona perbene e siamo contenti che sia stata fatta giustizia", hanno sostenuto alcuni clienti mentre bevevano un rosso di una cantina del Pavese. A pranzo si è fermato anche l’ex sindaco di Casaletto Lodigiano Giorgio Marazzina che in questi tre anni (anche venerdì era in aula durante la lettura della sentenza di primo grado) non ha mai smesso di sostenere il ristoratore di Gugnano che, come lui, ha la passione della caccia. "Quando è arrivata la sentenza è stata una forte emozione – ha dichiarato l’ex primo cittadino che per Cattaneo aveva organizzato anche una manifestazione –. Mario è un amico, ma è soprattutto una brava persona. Non abbiamo mai avuto dubbi che la versione raccontata da lui fosse la verità".