Lodi, 13 dicembre 2019 - "L'oste Mario Cattaneo è stato vittima di un agguato. In condizione difficilissime, mentre lui era a terra e uno dei rapinatori lo strattonava per portargli via la doppietta, è partito un solo colpo accidentale che, dopo aver attraversato uno scatolone, ha colpito la vittima". Lo ha detto Luciano Garofano, già a capo dei Ris di Parma ed ora tecnico di parte della difesa insieme all'esperto balistico Martino Farneti, questa mattina nell'udienza a Lodi a carico di Mario Cattaneo rinviato a giudizio per eccesso di legittima difesa. Per l'accusa quella notte tra il 9 e 10 marzo 2017 l'oste di Casaletto avrebbe inseguito i malviventi in cortile sfondando la porta bloccata e sparato, senza però raccontare in un primo momento della sparatoria alle forze dell'ordine accorse sul posto.
Ma i due tecnici, con ricostruzioni in 3D della scena del crimine, grazie anche alla traiettoria del colpo che ha attraversato uno scatolone, hanno dimostrato che il colpo è partito mentre l'oste, aggredito, era a terra e non poteva neppure vedere la vittima, Petre Ungureanu, 32 anni, il cui corpo venne abbandonato dai complici vicino al cimitero. I rilievi biomolecolari hanno anche dimostrato tracce di una presenza estranea (i ladri non sono mai stati identificati) sia sul fucile che sulla t-shirt indossata da Cattaneo. "Cattaneo si è salvato perché è riuscito comunque a tenere in mano il fucile - ha rimarcato Farneti -. Altrimenti coi due colpi in canna i banditi potevano uccidere due persone (lui stesso e il figlio Gianluca, che ieri era in aula). Il colpo partito è stato accidentale".