Mediatore culturale arrestato a Milano, il sindaco di Casalpusterlengo scrive al prefetto: “Chiudete quel centro rifugiati”

Il 27enne marocchino accusato di istigazione a delinquere con finalità terroristiche in passato aveva operato all’interno del Cas. Il primo cittadino denuncia l’incompatibilità della struttura con il quartiere a ridosso della ferrovia

FDBC6F1CD614520F89469DB543B5B480-93445972U7DN

Un 28enne marocchino è finito in carcere, su ordinanza di custodia cautelare del gip di Milano eseguita dalla polizia, per istigazione a delinquere con finalità di terrorismo

Casalpusterlengo (Lodi) – “Venga valutata la compatibilità sociale e territoriale della presenza del centro di accoglienza di via Giuditta Dragoni”. Clamorosa presa di posizione del sindaco di Casalpusterlengo, Elia Delmiglio che, ieri pomeriggio, ha scritto una lettera al Prefetto di Lodi, invitandolo a considerare l’opportunità di chiudere i battenti dell’ex hotel Fiesta, riconvertito ormai da tempo a struttura di accoglienza di cittadini stranieri richiedenti asilo. La decisione del primo cittadino scaturisce dalla notizia di mercoledì quando la polizia di Milano ha fatto scattare le manette per El Mahdi Tbitbi, un 27enne di nazionalità marocchina accusato di istigazione a delinquere con finalità terroristiche e che in passato aveva svolto il ruolo di mediatore culturale proprio all’interno del Cas di Casalpusterlengo.

Delmiglio fa riferimento a questo caso per mettere nero su bianco le sue preoccupazioni, ma fa intendere che si tratta di una goccia che ha fatto traboccare il vaso visto che la struttura è stata al centro di diversi casi di cronaca negli ultimi tempi, l’ultimo dei quali a fine agosto con una lite che aveva costretto i carabinieri ad intervenire. “L’area in cui si trova il servizio di accoglienza è in un’area particolarmente “sensibile” della città, collocata fra la stazione ferroviaria ed un parco pubblico. Una presenza che amplifica ed aggrava altre situazioni critiche”, scrive il sindaco. Quindi, la richiesta esplicita.

“Da parte mia ritengo che la situazione abbia ormai raggiunto e superato un livello critico di disagio dei cittadini residenti nel quartiere nei pressi dello scalo e che sempre più numerosi evidenziano una situazione divenuta non più sostenibile”- spiega- “ora a tale disagio si è aggiunto un comprensibile e diffuso allarme per la passata presenza, all’interno del Cas, di una persona colpita da una misura di custodia cautelare per reati di una eccezionale gravità. Questa circostanza dovrebbe portare nell’immediato alla chiusura dell’ex hotel Fiesta”.