Lodi, 4 ottobre 2024- Potenziata l’offerta dei servizi rivolti ai pazienti dei medici di medicina generale nelle Case di Comunità del Lodigiano. La più grande novità, comunicata dall’Azienda socio-sanitaria territoriale di Lodi, coordinata dal direttore generale Guido Grignaffini e dal direttore socio sanitario Silvana Cirincione, è che grazie alla stretta collaborazione tra dottori di famiglia e specialisti, sono in partenza teleconsulti e televisite. E ci saranno spazi disponibili, nelle agende degli specialisti, per i pazienti inviati dai medici di medicina generale. Servizi che snelliranno i tempi di attesa. E’ il risultato del confronto tra i direttori di Asst, i direttori delle diverse strutture complesse della Asst, gli infermieri di famiglia e di comunità e appunto i dottori. Primo in fila Massimo Vajani, presidente dell’Ordine dei medici della Provincia. “Va detto – ha ricordato il direttore socio sanitario - che i percorsi saranno via via migliorati e implementati anche con il contributo e il suggerimento dei medici di medicina generale”. Durante i due incontri avvenuti a Lodi e Codogno tra le parti, sono state già acquisite le disponibilità di alcuni medici a partecipare al gruppo di lavoro che verrà costituito a breve per definire processi e strumenti. Infine sono state condivise con i medici le linee di indirizzo dell’accordo integrativo regionale relativi ai progetti di governo clinico. LE NOVITÀ
Dal 14 ottobre 2024 sarà facilitata la collaborazione fra i medici di medicina generale e gli specialisti ospedalieri, potenziando i servizi già offerti nell’ambito delle Case di Comunità di Sant’Angelo, Casalpusterlengo e Codogno. Ci saranno quindi spazi riservati, nelle agende degli specialisti in Casa della Comunità, a pazienti cronici in fase di riacutizzazione o scompenso, inviati dai medici di famiglia, per favorire il confronto diretto con lo specialista e al fine di una presa in carico condivisa. LE MALATTIE
Si parte con le principali cronicità: diabetologia, cardiologia, pneumologia, geriatria, neurologia. Ma anche con il servizio di psicologia di comunità, per intervenire precocemente sui disturbi emotivi comuni. COME FUNZIONA LA TELEMEDICINA
I medici di famiglia potranno richiedere agli specialisti, per i propri pazienti, un teleconsulto clinico attraverso la Centrale Operativa Territoriale (COT). Realtà che fungerà da snodo e da punto di riferimento per coordinare e gestire le richieste.
LE SPECIALITÀ
Le specialità interessate al teleconsulto (tutte con una sede ambulatoriale nelle tre Case di Comunità lodigiane) sono: Cardiologia, Ematologia Oncologica, Diabetologia, Pneumologia, Reumatologia, Neurologia, Psichiatria, Geriatria, Fisiatria. In alcuni casi i medici di famiglia potranno richiedere per i propri malati anche una tele-visita: nella fattispecie, cardiologica, diabetologica e neurologia, rispettivamente per soggetti affetti da diabete mellito, patologie cardiovascolari e da sclerosi multipla, con concomitante fragilità sociale e clinica (in questi casi, mediate dall’infermiere di famiglia e di comunità, al domicilio del paziente).
IL PUNTO UNICO DI ACCESSO
Il punto unico di accesso, “è un servizio di vera e propria presa in carico del paziente fragile – spiega il direttore generale di Asst Lodi Guido Grignaffini - con una funzione di accompagnamento all’interno della rete dei servizi sociali e sociosanitari e una valutazione complessiva di tutti i suoi bisogni”. INFERMIERE DI FAMIGLIA E DI COMUNITA’
La figura dell’infermiere di famiglia e di comunità è presente in tutte e tre le Casa di Comunità lodigiane, impegnato a realizzare interventi tecnico-infermieristici, di terapia educazionale e di auto-cura). Professionista la cui attività ha interessato, ad oggi, alcune centinaia di pazienti tra domicilio e ambulatorio in Casa di Comunità.
LA DELIBERA REGIONALE IL MODELLO PILOTA LODIGIANO
L’ultima delibera regionale sulla sanità illustra la presa in carico del paziente cronico:“E’ una risposta significativa e concreta alle liste di attesa. Siamo impegnati con Agenzia di tutela della salute e direzione generale welfare – ha spiegato Grignaffini - a disegnare, sul nostro territorio, un modello che potrebbe rappresentare una esperienza pilota in Lombardia. Anche per questo è prezioso il contributo che vorranno dare i medici di medicina generale”.