REDAZIONE LODI

Codogno, nel paese del primo focolaio Covid le autorità fermano le ambulanze: “Punizione severa”

Il provvedimento, fino al 25 agosto, per la mancanza della verifica della messa a terra. L’ex volontario: “Fa male vedere i cancelli chiusi”. La presidente: “Non vediamo l’ora di ricominciare”

Il nuovo comitato direttivo della Croce Rossa di Codogno eletto nel luglio scorso

Il nuovo comitato direttivo della Croce Rossa di Codogno eletto nel luglio scorso

Codogno – “Da ex volontario della Croce Rossa, dico che trovo ingiusto sospendere un servizio così importante, oltre al lavoro di chi lo garantisce, per un obbligo di legge che, è vero, è stato rispettato in ritardo per una svista, ma poi è stato onorato”. Si sfoga così il 45enne di Codogno M.S., commentando la notizia della sospensione, per sei giorni, del servizio del Comitato Cri di Codogno di via dei Mulini.

L’Ats della città metropolitana ha emesso un procedimento di diffida e contestuale divieto di prosecuzione dell’attività di trasporto sanitario semplice e del trasporto sanitario della Croce rossa italiana. Si segnalava che “dopo il sopralluogo eseguito il 6 agosto nella sede della Cri, non è il risultato disponibile il documento dell’ultima verifica della messa a terra (una verifica dell’impianto elettrico) - e ancora-. Poi, con la verifica della documentazione del 9 agosto, non è pervenuta la copia del documento ed è stata richiesta una proroga”.

Nel frattempo, la messa a terra è stata regolarmente aggiornata il 14 agosto ma, nonostante tutto, la sede Cri è stata chiusa. “In città siamo tutti preoccupati per questa decisione, ma soprattutto abbattuti - prosegue l’ex volontario –. Lo dico perché noi siamo di Codogno, la prima città che ha dovuto fronteggiare il Covid e la zona rossa, con i militari alle porte e se non ci fossero stati i crocerossini, saremmo impazziti”. L’amore di chi, dipendente o volontario, con spirito di abnegazione, lavorava senza sosta e spesso con i presidi contati, giorno e notte, rischiando in prima persona, in una lotta impari con un virus allora sconosciuto, non è infatti stato dimenticato.

“Comprendiamo la necessità di rispettare gli obblighi di legge, così come è stato fatto subito dopo l’ispezione, che ha lasciato emergere la dimenticanza, ma non accettiamo questa chiusura prolungata, ora che è tutto in ordine” insiste un altro cittadino davanti alla sede serrata da lunedì. Lo rimarrà, al momento, fino al 25 agosto, data del termine della diffida inviata dall’Agenzia di tutela della salute Milano città metropolitana.

I problemi sono iniziati alle 8 di due giorni fa. Una pec avvisava della chiusura. Precisando anche che “la mancata ottemperanza delle prescrizioni di non utilizzo della sede, invece, comporterebbe il divieto definitivo di prosecuzione dell’attività”. Quindi ambulanze ferme, sia per i servizi secondari già programmati (trasporti accordati con cittadini) che per l’emergenza urgenza. E come i mezzi sono rimasti fermi nei box, alla chiusura della sede, anche volontari e dipendenti sono dovuti restare a casa.

Tutto con un po’ di preoccupazione, dato il senso di responsabilità di queste persone che, giorno dopo giorno, si dedicano al prossimo. Guidati dalla presidente Gesuina Fusari, i crocerossini non hanno però voluto lasciare nel disagio l’utenza. I servizi secondari sono quindi stati “ceduti” ad altre Croci del territorio. L’Agenzia regionale per l’emergenza urgenza, con l’interessamento diretto della Att Articolazione aziendale territoriale di Lodi, intanto, hanno lavorato per garantire la copertura dei servizi in emergenza. M.S. di Codogno, che all’epoca del primo Covid lo ha contratto ed è stato positivo 45 giorni, benché, per fortuna, asintomatico, insiste: “Spero che questa decisione venga rivista, pesa davvero molto passare davanti al cancello della sede della Croce rossa di Codogno, tanto gloriosa sui giornali, solo pochi anni fa e ora punita così duramente. Lo trovo poco rispettoso nei confronti dell’impegno e del cuore che queste persone investono a vantaggio della salute del territorio”.

Nel tardo pomeriggio di ieri la presidente del Comitato locale Gesuina Fusari, con una nota, ha sostenuto: “Non vediamo l’ora di ricevere la comunicazione dell’Ats per la ripresa delle funzioni al fine di poter tornare a svolgere le nostre attività sul territorio, a supporto di una comunità umana che ha sempre avuto grande fiducia nel nostro volontariato, soprattutto nel periodo della pandemia”.