Codogno (Lodi) – Il Comune aveva iniziato l’iter per lo sfratto di alcuni inquilini delle case popolari dopo l’accertamento di varie violazioni delle disposizioni regionali. Ora però, un anno dopo, una famiglia è stata “perdonata“ e la procedura cancellata.
“Gli inquilini hanno avuto un aggravio della situazione sociosanitaria, come si evince dalla documentazione e dalla relazione sociale messa nero su bianco dagli uffici – spiegano dal Comune – Qualora quindi l’iter della decadenza dell’alloggio proseguisse, graverebbe sul nucleo familiare con l’impossibilità per cinque anni di partecipare a bandi del Servizio abitativo pubblico in tutto il Lodigiano e anche in Lombardia. Inoltre il presente procedimento non influisce sulla graduatoria del bando dell’anno in corso, già concluso”.
Infine l’eventuale perdita della casa avrebbe un impatto anche sul Comune se si considera che la fragilità sociale ed economica della famiglia renderebbe necessario attivare una politica di sostegno economici o reperire un’altra abitazione di emergenza, pesando sul bilancio.
Il procedimento comunale era stato attivato esattamente due anni fa per sei persone che rientravano nella casistica: morosità colpevole per l’affitto, rimborso delle spese per i servizi non pagato per almeno un anno, mancato utilizzo dell’alloggio oltre sei mesi consecutivi, mancata produzione della documentazione richiesta in sede di aggiornamento dell’Anagrafe. L’anno scorso la Giunta aveva dato pure l’incarico a un legale per assisterlo nell’esecuzione forzata nei confronti degli inquilini. Oggi, invece, almeno per una famiglia è arrivato il dietrofront.