CARLO D’ELIA
Cronaca

Condannato l’ex sindaco Lodigiani

Santo Stefano, tre anni e un mese con rito abbreviato per avere fatto arrivare nelle casse comunali un’eredità

LODIGIANO

di Carlo D’Elia

Tre anni, un mese e 10 giorni in abbreviato per l’ex sindaco di Santo Stefano Lodigiano. Si è chiusa in primo grado, ieri, la vicenda giudiziaria di Massimiliano Lodigiani, 52 anni, storico primo cittadino e volto molto conosciuto della politica locale della Bassa, coinvolto nello scandalo che lo aveva travolto a giugno scorso con accuse che andavano dalla falsità in testamento olografo, alla circonvenzione d’incapace e alla truffa. Nove in totale le ipotesi di reato a suo carico, tra le quali anche operazioni illecite per "pilotare" a favore del Comune i testamenti di persone colpite da varie invalidità. Lodigiani è stato assolto dal gup di Lodi solo per l’ultimo dei capi d’imputazione: la tentata circonvenzione di incapace. Respinta la tesi del pm di Lodi Giulia Aragno che per l’imputato aveva chiesto 5 anni di reclusione.

L’avvocato difensore dell’ex sindaco, Adriano Bazzoni, non si dice per nulla soddisfatto della sentenza e annuncia il ricorso in Appello. "Riteniamo che la pena sia eccessiva – dichiara il legale dell’imputato Lodigiani –. Leggeremo le motivazioni e poi procederemo con il ricorso in Appello". Il giudice ieri ha assolto invece l’altro storico sindaco di Santo Stefano, Enrico Curati, accusato di tentativo circonvenzione di incapace e per il quale il pm aveva chiesto 8 mesi. Andrà invece a processo la 70enne (che si professa innocente) che avrebbe concorso a orientare il testamento di una 60enne. Il Comune inoltre dovrà restituire beni per circa 500mila euro agli eredi della stessa 60enne che era deceduta e che risultava aver lasciato risparmi e immobili al municipio. La vicenda risale al 2018, quando l’allora sindaco Lodigiani, avrebbe convinto questa signora del paese, gravemente malata, residente in un cascinale, della quale lui stesso come sindaco aveva la tutela, a firmare il testamento olografo intestando i beni mobili e immobili a se stesso.

Una “mossa“ che aveva portato nelle casse comunali circa un milione di euro tra contanti e immobili. Un anno dopo però il testamento, che era stato impugnato dalle zie, era finito all’attenzione della Procura di Lodi. A giugno scorso, al termine del primo lockdown, l’arresto di Lodigiani, finito ai domiciliari fino a dicembre. Ad avviare l’indagine l’anno scorso fu un esposto dell’ex sindaco Valentina Pellini, che proprio Lodigiani aveva proposto come sua erede. La Pellini, accortasi di varie anomalie amministrative si era dimessa. Il gup di Lodi ieri ha accolto anche la richiesta di risarcimento, circa 2mila euro, avanzata da Valentina Pellini, che nel processo si è costituita parte civile per presunte minacce.