di Manuela Marziani
Dopo il blocco dei camion ai cancelli, lo sciopero. Protestano da venerdì i lavoratori della Dhl iscritti ai sindacati di base Usb e Sì Cobas che contestano l’accordo nazionale sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil con la multinazionale. In particolare vengono criticate le settimane di flessibilità imposte per i periodi in cui si concentrano i picchi produttivi e il premio di risultato. "L’intesa prevede che bastino pochi giorni di malattia per ritrovarsi con un premio di risultato decurtato" ha sostenuto Alaa Nasser di Usb. "Il premio di risultato non può essere ripartito in parti uguali - ha replicato Roberto Legramandi della Cisl - è un premio di produzione. Se non sei presente, se non lavori, non puoi produrre indipendentemente dal motivo per il quale stai a casa. Abbiamo ottenuto dalla multinazionale che venisse ripartita tra i lavoratori un pezzo di ricchezza, se il risultato è performante. Un premio di 1.470 euro a fine anno, non credo sia poco". Ma i sindacati autonomi contestano anche la flessibilità, cioè la disponibilità a cambiare i propri turni o a lavorare di più nei periodi di picco produttivo. "Il contratto prevede 18 settimane di flessibilità - ha aggiunto Legramandi -, in realtà i picchi non vanno oltre le 3 o 4 settimane l’anno e per due volte il lavoratore può non adeguarsi alle richieste dell’azienda per motivi suoi. In caso di ore di lavoro aggiuntive, vengono pagate il 30% in più". Non solo, le critiche vanno anche ai buoni pasto passati da 5,29 a 7 euro, mentre Usb e Sì Cobas vorrebbero si arrivasse a 8 euro. "Parliamo di una multinazionale - ha proseguito la Cisl - non si può pretendere che in tutta Italia si aumenti il valore del buono pasto. Dalle cooperative si è passati all’assunzione e alla previdenza complementare. Gli stipendi sono aumentati. Se non va bene, ci sono molte altre logistiche o posti di lavoro, basta cambiare".
Anche a Livraga in questi giorni è in corso una protesta e i lavoratori che sono entrati per svolgere comunque le loro mansioni sono stati insultati. Da Corteolona, invece, Dhl è pronta ad andarsene trasferendo i 550 dipendenti a Lacchiarella, Massalengo e Borgo San Giovanni. "Chi abita a più di 20 chilometri di distanza - ha concluso il sindacalista della Cisl - riceverà una tantum una mensilità lorda e stiamo predisponendo una griglia per venire incontro alle necessità di tutti. Certo questo circo non fa non bene a nessuno né ai lavoratori né alla multinazionale che sta subendo un danno enorme".