MARIO BORRA
Cronaca

Casa di riposo-cooperativa, scoppia la grana delle lenzuola

Codogno, lavoratrici accusate di portarle in un centro di accoglienza di Brescia

Gianfranco Bignamini (Gazzola)

Codogno, 23 agosto 2017 - Le lenzuola della discordia. È ormai guerra aperta tra il sindacato Fsi (Federazione Sindacati Indipendenti) e la cooperativa bresciana Ekopra, che all’interno della casa di riposo di Codogno gestisce diversi servizi, dall’assistenza nel centro diurno e nel reparto Alzheimer, dalla pulizia, alla portineria, ai servizi a domicilio.

È ormai una decina di giorni che Gianfranco Bignamini, segretario provinciale della sigla sindacale, chiama in causa Ekopra per tutta una serie di presunte inadempienze: mancato pagamento degli straordinari, non rispetto dei congedi parentali, abuso della cosiddetta banca ore ed altre violazioni del contratto. Ieri però Bignamini ha sostenuto, in un comunicato seguito pure da una denuncia alle forze dell’ordine, che la cooperativa «obbligava le lavoratrici a portare lenzuola e materiale per la pulizia dalla casa di riposo di Codogno ad una casa di accoglienza di Brescia, dove hanno un altro appalto, con l’aggravante che le lenzuola tornavano a Codogno per essere lavate a spese della Fondazione Opere Pie Riunite a sua insaputa. Il trasporto veniva effettuato dalle addette costrette a farlo con la propria autovettura e durante l’orario di servizio a Codogno, lasciando così scoperto il turno».

Critiche e denunce pesantissime che ieri hanno messo in preallarme pure la presidente della Fondazione Opere Pie Vanna Cavalleri. «Vogliamo vederci chiaro. Abbiamo coinvolto il nostro legale perchè in questa faccenda vogliamo fare piena luce a tutela. La mia prima preoccupazione è ovviamente la tutela degli ospiti. Se i fatti corrisponderanno al vero saremmo parte lesa». Intanto dalla cooperativa Ekopra arriva un comunicato che riguarda le scorse questioni sollevate da Bignamini. «Sulla questione delle lenzuola trasferite da Codogno a Brescia è una cosa che non sta nè in cielo nè in terra. Diamo servizi a 1800 anziani nelle nostre residenze ed abbiamo 5mila soci e pensate che gestiamo così il servizio lavanderia? Abbiamo già dato incarico ai legali per tutelare la nostra società – si legge in una nota della cooperativa bresciana a nome della presidente Magda Nassa – le dichiarazioni di Bignamini, oltre ad essere offensive, sono infondate.. Noi siamo disponibili al confonto sindacale, ma è Bignamini stesso a non volerlo: anzi, in un confronto sindacale dell’8 agosto scorso, il nostro direttore è stato aggredito e percosso al torace e ad una gamba con il bastone con il quale cammina». Bignamini ha replicato a stretto giro di posta ribadendo che «sono stato io ad essere spintonato», mentre sulla questione sindacale «ci sono venti tra dipendenti ed ex soci che hanno sollevato le inadempienze».