LAURA DE BENEDETTI
Cronaca

Cornegliano, alla scoperta del maxi-deposito di gas sotterraneo

La visita nel grande stabilimento

Il deposito di Cornegliano Laudense

Cornegliano Laudense (Lodi), 28 marzo 2019 - "Con un pizzico d’orgoglio da quando, il 29 dicembre, è entrato in esercizio commerciale, apro l’impianto da 1 miliardo di euro per una visita. Dopo 3 anni di cantiere abbiamo iniziato a stoccare nei 2 cluster i primi 100 milioni di metri cubi di gas naturale, pari al 10% della potenzialità. Il disturbo è finito, ora c’è la normale operatività".

A guidarci nella visita del cluster A (6 ettari alla cascina Sesmones), è Alberto Bitetto, presidente di Ital Gas Storage (Igs), primo operatore indipendente del settore: "Ai primi di marzo ha avuto luogo l’asta per l’acquisto, da parte di grossisti, dei 100 milioni di metri cubi di spazio di immagazzinaggio del gas per un anno – spiega –. La richiesta è stata di quasi 900 milioni di metri cubi, segno che lo stoccaggio è molto richiesto perché dà sicurezza riguardo agli approvvigionamenti nazionali a dispetto di eventi climatici o geopolitici, consente agli operatori di acquistare il gas quando costa meno e di rivenderlo in inverno. Immagazzineremo il metano inodore tra aprile ed ottobre e poi lo “restituiremo” fino a marzo 2020. Nei prossimi 2-3 anni, procedendo per comparti, porteremo lo stoccaggio a regime, ad 1 miliardo di metri cubi (rispetto ai 2 dell’ex impianto di estrazione Eni, ndr)". Il metano arriva attraverso Snam Rete Gas, che ha costruito un impianto confinante con Igs e che poi si raccorda, 9 chilometri più in là, col proprio “snodo” di Cervignano. Dopo il passaggio in compressori all’avanguardia che evitano “scambi” con l’ambiente esterno, il gas viene spinto nei 12 pozzi esistenti: 7 nel cluster A, 5 in quello B (collegato con un gasdotto di 1,8 km). Nel B, in estate, verranno aggiunti, con le ultime perforazioni, gli ultimi 2 pozzi.

"Sono realizzati in maniera tecnologica – spiega Bitetto, affiancato da Simone Benvenuti e Giuseppe Gervasi, responsabili di stabilimento e giacimento –, con una testa di ponte per ciascuno dei due cluster/porte d’ingresso del magazzino e, sotto, a raggiera, i 14 pozzi. Quando serve, il gas, stoccato tra gli interstizi di un sedimento naturale, viene riportato in superficie, ripulito di acqua e polveri e ridistribuito attraverso la rete Snam. Il progetto originario prevedeva due impianti a turbogas per la produzione dell’elettricità necessaria; invece poi abbiamo scelto di collegarci a Terna, che ha così creato qui accanto una sottostazione elettrica, raddoppiando le linee ad alta tensione anche a servizio di Lodi. In questo modo Igs non genera Pm10 né acidi inquinanti. Ci restano da realizzare due ‘vele’ architettoniche e le piantumazioni per coprire gli edifici e il muro lungo il canale Muzza". Tra 2014 e 2018, nel cantiere si sono raggiunti picchi di mille lavoratori al giorno, 2,5-3mila con l’indotto. Ora vi operano 25 persone fisse, 70 con i servizi esternalizzati. Nei prossimi 2 anni, con la regimazione finale, si stimano 100 addetti interni, 300 con gli esterni. "Lo stoccaggio è il futuro del sistema energetico – conclude Bitetto –: con l’arrivo delle rinnovabili vogliamo creare, altrove, altri impianti, con batterie di accumulo dell’energia elettrica".